“Sono iniziate stamane le operazioni di spegnimento della centrale di Ottana Energia. Da domani il polo energetico della Sardegna centrale sarà spento del tutto. Un vero e proprio disastro industriale ed economico che rischia di travolgere tutte le attività economiche della zona industriale di Ottana e non solo. Si tratta di un epilogo gravissimo a cui il governo non ha voluto dare alcuna soluzione e la Regione è rimasta a guardare. Lo spegnimento della centrale comporterà danni gravissimi anche nell’aspetto gestionale dello stesso consorzio, con la messa a rischio degli stessi impianti di depurazione del compendio industriale. Il governo non solo ha deciso per legge di negare il diritto al riconoscimento del regime di essenzialità della centrale a vapore, ma ha fatto di tutto per affossare il polo industriale. Negando un decreto legge urgente salva centrali e riapri fabbriche il governo si è reso responsabile di questa catastrofe. Gli ulteriori incontri perditempo non sono serviti a niente e il governo ha deliberatamente portato alla chiusura degli impianti di Ottana. Per questo motivo presenterò emendamenti correttivi nel decreto mille proroghe che sarà annunciato alla Camera il prossimo 4 gennaio. L’essenzialità deve essere riconosciuta a tutte le centrali sarde proprio per la condizione insulare della Sardegna”.

Lo ha detto questo pomeriggio il deputato di Unidos Mauro Pili che ha denunciato l’avvio dello spegnimento della centrale di Ottana.

“E’ semplicemente vergognoso – ha ribadito Pili - che ad oggi non sia stato varato un provvedimento per evitare lo spegnimento della centrale. Un governo inetto e incapace che non solo non riesce a definire una singola vertenza industriale ma che giorno dopo giorno sta ponendo le basi per la chiusura di nuovi impianti. La Sardegna è una regione insulare e ultraperiferica, la gestione e la sicurezza energetica sono fortemente penalizzate dalla condizione insulare e per questo motivo occorrono azioni di riequilibrio strutturale ed economico. La Sardegna deve tener conto dei codici di sicurezza elettrici e non può essere affidato al precario equilibrio della trasmissione elettrica dal continente. Per questa ragione è indispensabile un regime energetico – elettrico insulare per la Sardegna che contempli l’essenzialità delle centrali”.

“Nell’emendamento che ho trasmesso stamane agli uffici della Camera è previsto che alle centrali elettriche sarde sia riconosciuto un regime di essenzialità insulare pari a quello in vigore sino al 31 dicembre 2015 a condizione che presentino un piano industriale di revamping e adeguamento ambientale delle centrali stesse da realizzarsi entro e non oltre i successivi 36 mesi dall’approvazione del piano stesso da parte dell’autorità per l’energia di concerto con la regione Sardegna e Ispra. Tale regime di essenzialità a condizione ambientale è riconosciuto permanentemente sino all’entrata in attività del metanodotto di connessione della Sardegna con le reti transeuropee energetiche del metano. Il governo e la regione devono immediatamente intervenire per fermare la chiusura di Ottana, un colpo letale per un intero territorio e per un’intera area industriale”.