Il presidente del Centro Studi Agricoli , Tore Piana , ha chiesto alla Regione di proclamare lo stato di calamità naturale : " La situazione della persistente siccità in alcuni territori della Sardegna sta mettendo in ginocchio le aziende agricole . Sono mesi che non piove o è piovuto quasi niente, non è cresciuta erba dei pascoli e chi ha seminato gli erbai si ritrova ad aver speso inutilmente in sementi e concimi ea dover spendere per alimentare il proprio bestiame in mangimi ".

" Il guadagno è praticamente azzerato - sottolinea Piana - anzi le aziende sono in netta perdita, soprattutto quelle che allevano bestiame come bovini da carne, capre e pecore. Ci sono alcuni territori dove l'erba autunnale non è mai spuntata, in alcuni territorio ho eseguito personalmente un sopralluogo per verificare la situazione e la situazione appare più drammatica di come la descrivevano gli agricoltori. Oggi in alcune aziende stanno venendo a mancare anche i pozzi artesiani che alimentano l'acqua di abbeveraggio del bestiame e moltissime aziende sono costrette a noleggiare autobotti. e acquistare l'acqua necessaria al bestiame ".

Una situazione che giorno dopo giorno diventa sempre più difficile. " Le aziende sono costrette a vendere il proprio bestiame di produzione del latte - prosegue il presidente del Csa - perché non riescono più a sostenere le spese, nonostante il prezzo del latte di pecora, per gli allevatori di ovini sia soddisfacente. Chiederemo urgentemente all' assessore regionale dell'Agricoltura di avviare l'iter normativo per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per i territori sardi colpiti dalla siccità, così come sta avvenendo in altre regioni come la Sicilia in questi giorni Noi come associazione agricola Centro Studi Agricoli stiamo organizzando diverse riunioni territoriali, la prima a Irgoli e subito dopo in Ogliastra e altri comuni per dibattere il problema e ascoltare direttamente da allevatori e agricoltori la situazione ".