La situazione della siccità in Sardegna sta progredendo, ma sembra che grazie alle recenti piogge delle ultime settimane, l'emergenza stia iniziando a rallentare. Tuttavia, non è ancora sufficiente per portare sollievo alle campagne e ai paesi del Nuorese che hanno adottato restrizioni sull'uso potabile dell'acqua.

I dati e i grafici dell'ultimo bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna, rilasciato dall'autorità di Bacino dell'Isola, confermano questa tendenza. Alla fine di ottobre 2024, le riserve idriche nei serbatoi sardi si attestano al 39,7%, corrispondenti a 725,2 milioni di metri cubi d'acqua disponibile. Rispetto alla stessa data dell'anno precedente, quando vi erano 745,5 milioni di metri cubi (40,8% della capienza massima), si registra una diminuzione.

Nel complesso, l'emergenza è diffusa, ma le zone più critiche rimangono il Nuorese e il Sulcis. Ad esempio, nella diga di Maccheronis nel Nuorese, il livello dell'acqua continua a scendere, passando dal 6,6% al 2,5%, mentre nella diga di Pedra e Othoni (Cedrino) si registra un lieve aumento, passando dal 29,8% al 31,8%. Nel Sulcis, la diga di Medau Zirilimis è praticamente vuota, mentre quella di Bau Pressiu è passata dal 0 al 3,3%.

Alcune aree mostrano segnali positivi con più del 50% delle riserve idriche salvaguardate, come nel Liscia in Gallura (52,4%), a Gusana (68,1% con un incremento del 7%) e Benzone (54%), e nei sistemi idrici di Omodeo (62%) e Tirso. Santa Lucia nel Sulcis Iglesiente mostra un tasso elevato del 96%, sebbene con meno di 3 milioni di metri cubi disponibili. Complessivamente, tra i bacini di Flumineddu (6,8%) e Flumendosa (49%), Fluminimannu (56,8%) e i bacini medio-piccoli di Sa forada de s'acqua (67,2%) e Genna is Abis-Rio Cixerri (89,6%), si osserva una varietà di situazioni.