PHOTO
Un cielo incupito e con lacrime leggere e carezzevoli ha atteso il feretro del vate di Silanus, Marieddu Masala, scomparso ieri all’età di 80 anni. Anche il sole, in un attimo, all’uscita dalla chiesa di Nostra Signora d'Itria, si è fatto largo tra le nuvole per rendere l’estremo saluto al poeta che per più di sessant’anni ha cantato la natura e le sue forze in tutto il loro fascino e splendore.
E poi tanta, tanta gente, arrivata da tutta la Sardegna.
Marieddu Masala è stato un costante compagno di vita di quelle comunità dove, una volta sul palco, elevava a poesia valori e tradizioni, con passione, eleganza e profondità culturale.
“Oggi preghiamo perché Mario in cielo possa cantare ancora la gloria di Dio”, ha detto monsignor Pietro Meloni durante l’omelia. “Il suo tesoro era la poesia”, ha continuato il vescovo emerito, “con il suo canto appassionava soprattutto le persone semplici, perché lui era una persona semplice e umile”.
Anche il parroco, don Giovanni Chirra, ha dedicato al poeta parole toccanti e significative. “Silanus piange uno dei figli più preziosi e cari. Nostro fratello è un maestro che ha dato lezioni di bellezza, di vita e di speranza”, ha concluso il prete.
Alla fine della cerimonia funebre, una fiumana di gente ha accompagnato, stretta intorno ai familiari, nell'ultima dimora l’aedo d’infinite ed esaltanti gare sui palchi di tutta l’Isola e di tante località dell’Italia e del mondo.