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Lo ammette, si attirerà l’antipatia di tantissimi irregolari (come lui stesso dice), ma Simone Simbula, (nella foto), cagliaritano, tecnico luci e suoni di una nota società del settore che opera per tantissimi locali, gestori e discoteche del cagliaritano, rompe il silenzio e lo fa col suo personale pensiero sul futuro della movida in Sardegna.
“Gran parte del ragionamento nasce a seguito di un confronto con dei colleghi che si occupano in maniera professionale di spettacoli – dice Simone - la “bolla” Covid sta per esplodere e questo porterà ad un ridimensionamento di qualsiasi misura restrittiva ma in Italia ci si arriverà in ritardo ed anche quando ci si arriverà la burocrazia sarà talmente lenta che prima di ritornare alla normalità passerà molto tempo. “Il blocco totale e la futura riapertura con I riflettori puntati, farà fare il balzo professionale a tutto il settore della movida”.
I ‘visibili’ e gli invisibili del settore
“Analizzando il settore notturno,ed il coro unanime leggibile sui social dove gli operatori denunciano di essere invisibili e senza un euro da mesi, viene da domandarsi con quale diritto oggi, si chieda allo Stato – sostiene Simone Simbula - di essere riconosciuti e tutelati, quando sino a ieri pochissimi si sono adoperati per dichiarare la propria esistenza.
Quì mi attirerò la critica della maggior parte degli operatori “irregolari” – ammette il professionista - ma oggi l'azienda movida vede una società di gestione del locale (Visibile), personale assunto direttamente dalla società di gestione, barman, pulizie, sicurezza, camerieri (Invisibile al 50%), Service (Invisibili al 50%), Organizzatori, PR, galoppini, fotografi, hostess, ragazze immagine, bottigliere, listiere, ecc. (Invisibili al 90%), dj, vocalist, gruppi musicali, ospiti e manager degli ospiti (Invisibili al 90%). Non sono un contabile e le percentuali possono essere discusse, ma nell'insieme rende l'idea di come è oggi il settore della movida.
Un settore così poco professionale, in cui sopratutto la parte artistica è praticamente inesistente per lo stato, che pretese può avere? Se l'unione fa la forza, che forza possiamo avere se la maggior parte di noi, non può fare richieste, perchè sino ad ieri si nascondeva?. Questa chiusura forzata, questo reset,ci catapulterà alla riapertura in un mondo diverso, ipotizzo: i bagni saranno continuamente sanificati, gli ingressi limitati, gli stessi dj probabilmente non potranno condividere gli strumenti da lavoro e chissà cos'altro, in sintesi ci sarà un significativo aumento dei costi che non si potrà ripercuotere completamente sul cliente finale, la società di gestione sarà costretta ad operare come una normale impresa, le varie figure della filiera dovranno essere o dipendenti od operatori con partita iva, perchè l'azienda dovrà scaricare I costi e giustificare ogni presenza per garantire il rispetto delle misure sanitarie, perchè I riflettori accesi non permetteranno ai signor nessuno di far parte dello spettacolo.
Probabilmente chi fa questo lavoro sottobraccio come secondo o terzo lavoro non potrà più farlo a meno che non sia in regola, le tariffe non potranno essere al ribasso visto che quando come socio fai entrare lo stato tutto diventa più caro, questo a discapito dei poco professionali che verranno tagliati fuori e magari chi nel vecchio mondo veniva considerato caro perchè cercava di essere in regola, nel nuovo mondo potrebbe essere più competitivo perchè già pronto.
Tanti anni anni fa – conclude Simone Simbula - si ballava intorno ad un fuoco, oggi di fronte ad un dj, cantante o diffusore acustico, non so come sarà il ballo del futuro,ma l'uomo ha sempre ballato e continuerà a farlo, lo faremo con nuove regole, ci sarà una scrematura del superfluo, ma chi ama questo lavoro, saprà come andare avanti”.