È online il nuovo video di Simone Soro "Solitudine" tratto dal suo album di esordio " Me in loop". Sono stati mesi difficili e surreali quelli che tutti noi abbiamo vissuto, mesi in cui siamo costretti a una cattività forzata, messi in scacco da un virus invisibile, che ha scardinato gli equilibri del mondo.

Simone, 34 anni, di Sestu, è partito il 1 marzo 2020 per la Tunisia per un progetto musicale di interscambio culturale di due settimane e poi è volato in Niger per un progetto umanitario di musica tra i rifugiati salvati dalla Libia e accolti in attesa di collocazione, nei campi di UNHCR . La pandemia ha scombinato i piani e attualmente è ancora bloccato in Niger a causa degli spazi aerei chiusi.

In questi 4 mesi Simone ha lavorato coi rifugiati, ha composto nuova musica, ha lavorato su se stesso e ha vissuto un'Africa aspra ma meravigliosa che gli ha regalato una delle esperienze più intense e ricche della sua vita.

Dal videoclip si evince tutta la bellezza di una terra dura ma affascinante, tra deserto e acqua, tra tramonti da lasciare senza fiato e cieli sconfinati.  In questi mesi, 4 sono state le tempeste di sabbia che si sono abbattute su Niamey, capitale del Niger, la più imponente fu quella del 6 maggio scorso, tanto potente da oscurare totalmente il cielo nonostante fosse pieno giorno. Ma dopo ogni tempesta, anche la più violenta, tornerà il sereno. E il messaggio è che anche dopo ogni tempesta emotiva, fatta di riflessioni, paure, dubbi, solitudine, tornerà il sorriso. Basta lavorarci, non perdere la speranza e avere fiducia.

A curare le riprese e il montaggio, è il giovane talento Robert Junior Théa che nasce nel 2000 in Guinea Conakry, nel 2008 si trasferisce in Repubblica Democratica del Congo, nel 2010 in Francia, nel 2012 in Niger, dal 2015 al 2019 in Italia, dove si diploma e nel 2020 torna in Niger dove vive e lavora come videomaker.  Il suo principale desiderio è quello di poter raccontare, attraverso le sue immagini i suoi viaggi ed i suoi incontri, nella multiculturalità
del suo essere e del suo sentire.  La produzione del video è di Matriota Productions. 

Sono stati incisi due brani, quello Hausa parla dei diritti delle domestiche che qui sono trattate malissimo, l'Ong Forge Arts ha messo su uno spettacolo teatrale in cui chiedono giustizia e li mettono in scena nelle case dei padroni, hanno già ottenuto parecchio.

L'arte che cambia il mondo. Babbudù è per il diritto allo studio, qui l'80% delle persone è analfabeta, le donne che hanno studiato sono proprio mosche bianche. È qui che attecchisce il terrorismo. L'unica arma possibile, è dare strumenti culturali alle persone.

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