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E' una delle iniziative più sentite dell'anno liturgico in Sardegna. Una processione che si rinnova ogni anno in tanti centri dell'Isola la domenica di Pasqua, prima della messa solenne, suscitando commozione e accarezzando la spiritualità dei tanti fedeli che vi assistono o vi prendono parte.
Il rito de S'Incontru vede due cortei: uno a seguito della statua del Cristo risorto esultante, l'altro appresso alla Madonna addolorata vestita a lutto. I simulacri, partiti da due chiese differenti, attraversano il centro storico dei paesi imboccando infine la medesima strada e procedendo l'uno verso l'altro. La madre e il figlio si avvicinano e quando ormai la ricongiunzione è prossima i confratelli che li portano in spalla si inchinano tre volte prima dell'incontro definitivo. A quel punto la Madonna viene spogliata del velo nero illuminando la scena col suo abito azzurro.
E' una rievocazione molto forte del momento di più grande giubilo per la Chiesa. Gesù è risorto. Cade una pioggia di petali benaugurali dai balconi delle case addobbati a festa, i fedeli intonano il Regina Coeli e, in molti casi, esplodono gli spari a salve dei fucilieri.
Una vera e propria raffica di colpi che a un cenno del capogruppo parte in sincronia pervadendo l'aria di fumo che si mischia all'incenso. Protagonisti decine e decine di uomini e donne appostati nelle terrazze che si affacciano sulla via de S'Incontru prima che la processione si diriga verso la chiesa parrocchiale per la celebrazione eucaristica.
Un momento molto forte, che in alcune occasioni ha suscitato anche polemiche e animato il dibattito fra chi lo trova fuori luogo e chi invece è affascinato dalla tradizione che si ripropone. Per qualcuno, infatti, la coreografia di spari (anche se a salve) cozza col senso della circostanza religiosa, specie in un periodo storico come quello che stiamo vivendo. Molti altri, invece, invitano a comprendere e analizzare il senso e il valore di un'espressione della fede popolare, un'usanza collettiva e radicata in molti centri del centro Sardegna
La tradizione di sottolineare l'incontro con gli spari è diffusa soprattutto in Barbagia e in Goceano, dove in alcuni centri lo "show" dei fucilieri ha guadagnato anche l'attenzione di visitatori e turisti che con l'arrivo della primavera iniziano a raggiungere l'Isola.
A Oliena, ad esempio, il fascino dei riti pasquali richiama ogni anno migliaia di persone. Così, in uno dei borghi più affascinanti del Nuorese il collettivo dei fucilieri ha deciso da quest'anno di costituire un'associazione per preservare la tradizione che caratterizza la mattina di Pasqua e al contempo rispettare l'ambiente e il contesto con un rigido disciplinare al quale dovrà attenersi chi vuole partecipare.
L'idea è quella di collaborare con parrocchia, comunità e forze dell'ordine affinché gli spari de S'Incontru siano davvero un segnale di fede e non un'esibizione fine a sé stessa.