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Sit-in dei sindacati, dei rappresentanti dell'industria chimica e dei sindaci del territorio questa mattina davanti alla sede della Prefettura di Nuoro per fare pressing sulla vertenza energia, in concomitanza con l'incontro che si terrà questo pomeriggio a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo economico.
All'incontro parteciperanno i vertici regionali e i rappresentanti nazionali di Cgil, Cisl e Uil, il presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Claudio de Vincenti. In ballo c'è il futuro dell'industria sarda ma in particolare della Sardegna centrale.
I partecipanti alla manifestazione di Nuoro questa mattina hanno consegnato al prefetto Giovanni Meloni un documento informativo sulla vertenza del territorio, con la richiesta che lo stesso documento venga letto nell'incontro di Roma. Al centro della vertenza la revoca del regime di essenzialità per le centrali elettriche sarde deciso da Terna e avallato dall' Autority per l'energia.
"Il mancato riconoscimento dell'essenzialità - ha detto Katy Contini segretaria di categoria della Cisl - butta nel buio più assoluto la tenuta industriale già così fragile dell'area industriale di Ottana. Ci aspettiamo che il Governo oggi faccia un passo indietro rispetto a quanto dichiarato da Terna e dell'Autority. Noi pretendiamo lo stesso trattamento avuto dalla Sicilia per decreto legislativo del Governo prorogato fino al 2018, per compensare quel per gap energetico che determina l'assenza di metano. Anche noi abbiamo il gap energetico e la soluzione nell'immediato può essere solo essenzialità, che va ben oltre il coinvolgimento di Ottana Energia. Da noi questa vertenza si traduce in 500 posti di lavoro persi se oggi non si otterranno risultati".
"Oggi a Roma - ha aggiunto Sergio Zara della Cgil - si discuteranno due questioni: quella della interrompibilità che riguarda lo sconto energetico per 18 aziende sarde, che scade a dicembre, e l'essenzialità per le fabbriche di Ottana Energia, la centrale Enel di Portovesme nel Sulcis e quella di Fiume Santo. Se il Governo non fa marcia indietro c'è la morte dall'area industriale di Ottana e si assesta un colpo pesante all'industria sarda".
"Vogliamo risposte dalla politica - ha concluso il vice sindaco di Siniscola Lucio Carta -. Questo territorio sta morendo e se ora si nega l'essenzialità l'industria di Ottana perderà quelle poche centinaia di lavoratori rimasti. La Regione e il Governo ci devono dare risposte, altrimenti nel Nuorese sarà lotta dura".