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Si sono ritrovati, con le bandiere e striscioni delle segreterie territoriali Fendres - Safor aderente a Confsal , sotto il palazzo del Consiglio regionale in via Roma, a Cagliari per protestare sulla mancata equiparazione all’Arma dei Carabinieri. Loro sono i ranger del Corpo Forestale della Sardegna, di fatto armati e ufficialmente predisposti e operativi come pubblici ufficiali e ispettori di Polizia Giudiziaria, ma di fatto non inquadrati contrattualmente come dovrebbero e come lo sono i loro colleghi nelle altre regioni della Penisola. Non solo, nell’Isola sono impiegati 1300 divise verdi, ma quasi tutti in procinto di età pensionabile e anzianità di servizio full, senza una adeguamento di riforma di equiparazione sono ferme anche le assunzioni, il rischio è che nel giro di pochi anni l’organismo dei Forestali rimanga con poche centinaia di dipendenti.
LE DONAZIONI DI SANGUE. Prima di manifestare il loro malessere al sit in, hanno compiuto un gesto nobile e di solidarietà: hanno donato il sangue all’autoemoteca Avis nel Largo Carlo Felice: “Noi Forestali dissanguati da Stato e Regione, ma non buttiamo via il nostro sangue, ora lo diamo davvero a chi ha bisogno”. Epilogo? Nel giro di qualche ora 80 sacche di sangue donato a chi ha bisogno.
ASSUNZIONI BLOCCATE. La Legge Madia come oramai è sotto gli occhi di tutti i cittadini ha sancito il passaggio di tutte le funzioni e del personale, (circa 7000 uomini e donne), dal Corpo Forestale dello Stato all'Arma dei Carabinieri diventati Carabinieri Forestali,e qualche unità alle altre Forze di Polizia e ai Vigili del Fuoco. Sempre secondo la Legge Madia, da questa riforma sono stati esclusi i Corpi Forestali delle Regioni e Province autonome che quindi continuano a mantenere i propri Corpi Forestali, con il risultato quindi, che nelle Regioni a Statuto Ordinario non esiste più il Corpo Forestale mentre in Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Valle D'Aosta e Trentino (nelle Province Autonome di Trento e Bolzano) i rispettivi Corpi continueranno ad operare, alla faccia della razionalizzazione. Questo passaggio a livello Nazionale è stato oggetto di una serie di ricorsi ai Tar di tutta Italia e che verrà discusso dalla Corte Costituzionale il 5 giugno 2018 sempre che chi vincerà le elezioni non avrà la forza e la volontà di modificare la Legge Madia.
IL SINDACATO. “La nostra organizzazione sindacale – sostiene in una nota Ignazio Masala, Fendres-Safor - congiuntamente ai sindacati nazionali e delle altre regioni autonome si era impegnata durante la discussione della Legge per far si che in Italia e nelle Regioni e Province autonome comprese si avesse un unico Corpo Forestale, anche perché il personale di tutti i Corpi Forestali Regionali compreso quello Sardo hanno avuto come matrice il Corpo Forestale dello Stato e in questi ultimi 27 anni, sul suolo Sardo il CFVA lo aveva degnamente sostituito, anche con riconoscimenti a livello Nazionale e Europeo come ad esempio nell'antincendio e nell'attività contro il bracconaggio. Questo progetto di unificazione vanificato dalla legge Madia mirava alla costituzione di un'unica Forza di Polizia Ambientale Nazionale, perché come dimostrato da diverse indagini svolte sul territorio sardo sui reati ambientali, vedi il traffico di rifiuti e di specie protette e le frodi sull'agroalimentare non sono circoscritti al solo territorio Regionale ma coinvolgono anche il continente, anche se portate avanti con grande professionalità soffrono delle limitazioni nella territorialità e nelle competenze come ad esempio lo SDI. La legge Madia con la soppressione del CFS e il passaggio delle competenze all'arma dei Carabinieri ha generato notevoli incertezze, la Giunta Regionale per questo ha presentato un DdL di riforma della legge istitutiva del Corpo Forestale Sardo, che pur illustrando una futura riorganizzazione della struttura organizzativa e funzionale non affronta e modifica lo stato giuridico del personale del Corpo Sardo, che allo stato attuale sostituisce i Carabinieri Forestali, e non da nessuna prospettiva certa sul futuro dello stesso Corpo”.
I NUMERI. “I 1300 uomini e donne del Corpo Forestale Sardo – aggiunge Masala - hanno lo stesso stato giuridico e contrattuale di tutto il restante personale dell'amministrazione Regionale, nonostante svolgano tutte le funzioni, del Corpo Forestale dello Stato prima e dei Carabinieri Forestali oggi, con i quali tra l'altro con la delibera n.7/12 del 13.02.2018 è stato siglato un rapporto di reciproca cooperazione e collaborazione già esistente in precedenza con il Corpo Forestale dello Stato per una serie di attività sopratutto di Polizia Giudiziaria svolte nel territorio Regionale. Per questi motivi abbiamo collaborato per la presentazione di un Proposta di Legge la PdL n.485 (Nuovo ordinamento del Corpo forestale e di Vigilanza Ambientale (CFVA) della Regione Autonoma della Sardegna), che contrariamente al Disegno di Legge presentato dalla Giunta Regionale prevede l'equiparazione dal punto di vista giuridico, previdenziale, ordinamentale e contrattuale alle Forze di Polizia, infatti non si capisce perchè il personale del Corpo Forestale Sardo che in Sardegna sostituisce i Carabinieri Forestali non debba avere lo stesso ordinamento, delle Forze di Polizia! Tra l'altro vista anche l'età media di circa 58 anni di gran parte del personale e la mancanza di una previsione di cambio generazionale, e di un concorso, considerato che diversamente dalle Forze di Polizia, il personale del CFVA accede al pensionamento a 67 anni, non sappiamo come possa un operatore di Polizia svolgere i suoi compiti a quell'età ma se non si corre subito ai ripari si vedrà svanire il lavoro di un'intera generazione di Forestali a scapito dell'ambiente sardo considerato oggi una delle maggiori risorse della nostra Isola”.