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"Il Siotto non cade nella trappola di chi agisce nottetempo per minacciare immaginari antifascisti dalle unghie smaltate. Saremo compatti nel denunciare alle autorità ogni minaccia e ogni gesto di violenza, fisica o verbale. Non cadiamo nei tranelli della violenza, non siamo squadristi, noi". È la risposta della scuola cagliaritana, attraverso un messaggio pubblicato sul sito del Liceo classico, allo striscione "Antifa' lascia sta', ti rovini lo smalto" sistemato ieri accanto all'ingresso principale in viale Trento.
Un messaggio preoccupante, secondo gli studenti. "È da giorni che la scuola - aveva spiegato all'ANSA Fabio Argiolas, rappresentante d'istituto - viene vandalizzata con striscioni con inni al fascismo, minacce e foto del Duce. Questo è anticostituzionale e a seguito dell'episodio del Liceo di Firenze noi diciamo basta alle minacce dei fascisti".
Lo striscione era stato rimosso dagli stessi alunni della scuola. I liceali avevano appeso un nuovo striscione che recitava: "Siotto antifa' e con la Costituzione sempre sarà". Ora lo striscione è sparito.
"Comunque siamo, noi del Siotto - si legge nel portale online della scuola - con le nostre libere idee politiche individuali, che nessuno ci può costringere a rinnegare, con i nostri liberi convincimenti personali sulle cose del mondo, che non ci possono essere vietati, con la nostra libera identità di genere, che nessuno ci può imporre, con le nostre libere convinzioni religiose, che nessuno ci può costringere ad abiurare, comunque siamo, noi del Siotto siamo persone libere e continueremo ad esserlo, e ognuno di noi continuerà a difendere il diritto di esprimersi di ciascuno. Crediamo nella democrazia del nostro Paese, forse imperfetta, ma che ci ha garantito quella libertà cui tanti popoli aspirano. Difendiamo la Costituzione della Repubblica Italiana, che tutela la libertà e che ha vietato la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista. Noi siamo persone libere, chi ha scelto liberamente di avere le unghie smaltate e chi ha scelto in libertà di non averle".