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Era finito in coma irreversibile dopo un infarto dovuto al Covid nel settembre del 2021. Adesso, il giudice tutelare del Tribunale di Oristano, ha accolto la richiesta del fratello di Andrea Manca, 58enne di Solarussa, ex sindacalista della Cgil. I trattamenti sanitari verranno interrotti, seguendo quella che era sempre stata la volontà di Andrea, che seppur non abbia lasciato niente scritto, aveva già più volte espresso precedentemente il suo pensiero nel caso si fosse dovuto trovare in una situazione simile.
Dopo che tutti i medici ed esperti hanno evidenziato l'impossibilità di farlo uscire dal coma, il fratello Alessandro si è rivolto al tribunale, assistito dagli avvocati Antonio Tola e Aldo Lucchi, per chiedere di staccare la spina ai macchinari. Il giudice Bordiga ha sciolto oggi la riserva dopo aver ricevuto tutta la documentazione dall'avvocato Valerio Martis, nomitato dello stesso giudice curatore speciale di Andrea.
Alessandro è stato autorizzato "a rifiutare i trattamenti sanitari in atto nei confronti del beneficiario con riferimento alla sua attuale condizione derivata da evento ipossico ischemico a livello cerebrale conseguente ad arresto cardiaco, nonché a interrompere tutti i trattamenti sanitari in atto e qualunque altro futuro in favore dello stesso Andrea Manca". La fase successiva sarà "la sedazione palliativa profonda continua".
E' stato inoltre disposto che la procedura venga svolta in una struttura del sistema sanitario, pubblica o privata o accreditata, con preferenza per la Rsa in cui il 58enne si trova adesso ricoverato. "Le volontà di Andrea Manca sono state rispettate - dice all'Ansa l'avvocato Martis -. Nonostante il tema sia particolarmente divisivo, la sentenza presenta apprezzabili profili che consentiranno di sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema del fine vita e del necessario potenziamento delle cure palliative. Sarà ora necessario concentrare ogni sforzo per garantire al signor Manca la minima sofferenza possibile".