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È arrivato un doppio no dei giudici alle richieste degli avvocati del presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, indagato per corruzione in due filoni d'inchiesta della Procura di Cagliari.
Il tribunale del Riesame ha negato il dissequestro dei cellulari e del materiale informatico sequestrati al governatore sardo, respingendo il ricorso presentato dai legali Salvatore Casula e Roberto Nati. Inoltre, sempre oggi, il giudice per le indagini preliminari di Cagliari ha rigettato l'istanza di incidente probatorio formulata dagli stessi legali di Solinas, che avevano chiesto la nomina di un perito del tribunale per selezionare dalle memorie dei telefonini quale sia il materiale inerente all'indagine e quale quello da distruggere. Già da lunedì prossimo, quindi, potrebbero ripartire le convocazioni da parte del pubblico ministero Giangiacomo Pilia per le nomine dei consulenti in vista dell'accertamento tecnico irripetibile.
Solinas è iscritto nel registro degli indagati in due filoni di inchiesta: uno per la vendita di una sua proprietà a Capoterra in cambio di presunti favori e appalti all'imprenditore Roberto Zedda (vendita secondo l'accusa maggiorata di 10 volte); l'altro - assieme al suo consulente Christian Stevelli e al direttore generale dell'Ufficio dell'autorità di gestione del programma operativo Eni Cbd, bacino del Mediterraneo, Roberto Raimondi - per un presunto accordo corruttivo legato alla nomina di quest'ultimo in cambio di docenze a contratto nelle università in cui lavora Raimondi (Tirana e Unilink di Roma) con anche la promessa di una laurea honoris causa nell'ateneo albanese. Nei giorni scorsi il rettore dell'Università di Tirana aveva smentito sulla tv albanese che al presidente della Regione Sardegna fosse stata conferita la laurea honoris causa in Medicina o assegnate le docenze promesse dal Raimondi.