Lei si descrive come una persona allegra, solare, pacata e riflessiva, ma chi non la conosce e la guarda verso la corsa alla stella, vede in lei un’amazzone forte e di grande coraggio, fiera e orgogliosa.

La maschera bianca le copre il viso, ma non gli occhi, dai quali traspare sì la sua emozione, ma alla stesso tempo la determinazione e concentrazione prima della partenza. E poi quelle braccia forti e sicure verso l’obiettivo: con una mano tiene la spada, con l’altra le redini del cavallo.

Stiamo parlando di Sonia Cadeddu, 38 anni, protagonista assoluta della 552esima edizione della Sartiglia. È  diventata con le sue 19 presenze come sartigliante, simbolo delle donne guerriere, così come descritte dalla mitologia greca.

Dieci giorni dopo il Gremio dei Falegnami, abbiamo sentito la bella oristanese, che il giorno della Sartiglia abbiamo visto e commentato con le telecamere di Sardegna Live. Un’esperienza come la sua, nonostante non sia la prima volta, non può essere dimenticata nel suo aspetto più intimo dopo poco più di una settimana.

E infatti Sonia non dimentica e ancora sotto il fervore della vittoria ci racconta: “Nell’istante in cui indosso la maschera mi rendo conto che è arrivato il momento di andare e inizio così a sentirmi parte integrante della Sartiglia: finalmente la festa ha ufficialmente inizio”. Queste le parole di Sonia, che ci coinvolge e ci fa vivere quegli attimi prima della partenza. “Si tratta di uno dei momenti più importanti ed emozionanti, durante i quali bisogna stare molto concentrati”. Poi, d’un colpo, la discesa sfrenata al galoppo cercando di cogliere la stella con la spada. “La corsa – dice Sonia - dura pochi secondi, ma sono istanti senti di esistere solo per una cosa: centrare la stella!”.

Quando, poi, l’obiettivo è centrato, viene sprigionata tutta la felicità, condivisa con la folla entusiasta: “Ero felicissima, anche perché quest'anno dopo tanto tempo ho cambiato cavallo e ci tenevo particolarmente a far centro”.

“La preparazione del cavallo – precisa Sonia - è un po’ lunga, in quanto c'è tutta una preparazione atletica che inizia molti mesi prima. È un grande impegno, ed è anche molto faticoso, però è sempre piacevole, soprattutto se il cavallo apprende bene quello che gli insegni”.

Le persone amanti della Sartiglia hanno imparato a conoscerla, Sonia, a gioire con lei e a sostenerla nei momenti difficili, come quello dello scorso anno, quando è rimasta ferita durante le selezioni: è stata disarcionata dal cavallo nella fase di partenza della sua pariglia.

“Per me quello è stato un momento molto brutto perché non mi aspettavo una cosa del genere. Oltre al dolore avevo la preoccupazione di non poter partecipare alla Sartiglia, dopo tutti i sacrifici e la preparazione che c'era stata nei mesi precedenti”.

Ricominciare dopo quella caduta, per lei, non è stato difficile: troppo grande l’amore per questa giostra e tanta la voglia di tornare, così come è stato, più forte di prima.

Più complicato, probabilmente, è trovare le parole giuste per spiegare cosa significa per lei la Sartiglia: “La giostra equestre è una cosa che ha sempre fatto parte della mia vita, è un qualcosa di magico che viviamo tutto l'anno. Essere un’amazzone è uno stile di vita, i cavalli sono la mia passione assoluta. Ho iniziato ad andare a cavallo all'età di 8 anni. E’ un bellissimo sport e ne vado molto fiera”.

 

 

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