Sono ben 5.630 le imprese artigiane che in Sardegna sono protagoniste dell’economia circolare, la logica imprenditoriale che prevede che i prodotti siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, con interventi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e non più limitati alla sola fase finale.

Nella nostra isola queste realtà rappresentano il 15,4% del totale delle imprese artigiane (che sono oltre 35mila) e il 75,9% del totale di quelle specializzate in queste attività (7.414 imprese). Si ricorre sempre più a queste imprese che rimettono in sesto qualunque tipo di oggetto o macchinario: dagli autoveicoli ai personal computer, dai piccoli elettrodomestici agli abiti, passando per le calzature o gli strumenti musicali. Ma sono tante anche quelle che smontano, recuperano e preparano i pezzi per il conseguente riciclo e altrettante sono quelle che si occupano di depurazione, biomasse o rifiuti solidi urbani.

Sono questi i dati sulla Sardegna del dossier sulle “Imprese Green che rigenerano, riparano e investono nel green: artigianato ed economia circolare”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su rilevazioni Infocamere del primo trimestre 2016.

“La legge della chimica, del 1700 dello scienziato Lavoisier secondo la quale “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – potrebbe benissimo essere applicata all’attuale condizione delle persone e delle imprese. E il nostro dossier dice esattamente questo: si compra poco e si aggiusta e ripara tanto”.

“Pochi comprano, perché la capacità economica delle famiglie è insufficiente, e al contrario aumenta chi porta ad aggiustare e a riparare gli oggetti – continua la Folchetti – e quindi crescono anche le imprese che offrono questo tipo di servizi e nella maggior parte si tratta di imprese artigiane”. “La crisi, quindi, sta mutando sia l’atteggiamento dei consumatori – continua la Presidente - sia quello delle imprese, quasi obbligandole a una crescita e a una maggiore specializzazione.

La quota maggiore di imprese artigiane “green” si trova in Puglia (18,6%) seguita dal Lazio (17,9%). La Sardegna è 16esima (15,4%) contro una media nazionale del 16,5%.

Tra le province sarde la quota maggiore si trova a Cagliari con 2.247 imprese artigiane dell’economia circolare ovvero il 16,3% sul totale delle imprese artigiane. Segue Sassari con 2.052 e il 15,9%, Nuoro con 882 e il 13,3%. Chiude Oristano con 449 e il 14,3%.

Secondo i dati più recenti, in questi ultimi anni il 50% delle imprese sarde ha minimizzato gli sprechi riciclando o riutilizzando rifiuti o vendendoli a un’altra impresa, un terzo (33%) ha ricalibrato l'uso dell'energia per minimizzare i consumi, il 29% ha rinnovato prodotti e servizi per minimizzare l'uso dei materiali o utilizzando materiali riciclati, il 15% ha ricalibrato l'uso dell'acqua per minimizzare l'uso e massimizzare il riutilizzo ed il 14% ha usato energie rinnovabili.