Il Rapporto Eurispes 2013 ha fotografato un paese dilaniato dal punto di vista economico, sociale e politico che vive rintanato nel presente in un “vivere alla giornata” che evidenzia una condizione cronica d’insoddisfazione e di sfiducia, caratterizzato da un pericoloso allontanamento dalle istituzioni e dal proliferare di espedienti che non hanno niente di umano, per trascinarsi oltre il disagio della fatidica 3° settimana del mese.

Un’intera generazione al centro di una crisi senza precedenti, attorno alla quale gravitano: pressione fiscale scellerata, disoccupazione stagnante, declino del potere d’acquisto, impoverimento e precarietà in cui l’illegalità ha segnato un trend preoccupante.

L’80% dei cittadini è convinto che la situazione economica generale sia peggiorata negli ultimi 12 mesi e oltre la metà è certa che nel prossimo anno la situazione si aggraverà ulteriormente. Sette italiani su dieci hanno subito un’involuzione economica e ben il 79,2% non riesce a risparmiare. Da qui la via per l’indebitamento è breve, infatti, un terzo della popolazione oggetto del rilevamento ha chiesto un prestito bancario, il 35,7% contro il 9,5% dell’anno precedente, per saldare altri debiti.

Il 73,4% degli italiani ha accertato nell’ultimo anno una riduzione del proprio potere d’acquisto. La parola d’ordine è tagliare e si taglia, quindi, sui regali, sui viaggi, sulle vacanze, su parrucchieri ed estetiste, su articoli di profumeria.

Di contro si cerca l’affare acquistando in saldo l’abbigliamento e cercando punti vendita economici per la spesa alimentare. Oltre la metà cerca di risparmiare sui carburanti, utilizzando di più i mezzi pubblici, oppure acquistando online e aderendo a offerte speciali. Vanno a modificarsi anche le abitudini degli italiani limitando i pasti e le uscite fuori casa, il 91,8% contro il 73,1% di un anno fa. Mentre c’è chi è costretto a rinunciare al cinema ripiegando sulla visione in dvd o streaming. Il tutto chiaramente si ripercuote sulle attività commerciali non lasciando scampo a molte.

Il credito al consumo è in crescita e il numero delle persone che ha ammesso di aver ricorso a prestiti privati è raddoppiato. Il dato è allarmante perché è qui che si nascondono veri e propri casi di usura. Ben il 26,8% ha venduto i propri oggetti su canali online. Nel 2012 solo il 12,4% l’aveva fatto. Il bisogno di liquidità è impellente. Ed è da questo primario segnale di affanno che si deve rinvenire la causa del moltiplicarsi dei negozi “Compro Oro”, sinonimi di disperazione diffusa, cresciuti nell’ultimo anno in maniera incresciosa. Il 28,1% degli italiani si è rivolto a un compro oro, contro l’esiguo 8,5% dell’anno precedente.

Il mercato dell’oro non conosce crisi, proprio perché l’oro è tra i migliori beni rifugio. Attualmente la quotazione per un grammo di oro 18 kt è di € 22,30. Ed ecco che schiere di persone si privano dei propri beni, che spesso hanno un considerevole valore affettivo, ricordi di battesimo, comunione, cresima o, addirittura, matrimonio per far fronte alla spesa quotidiana alimentare e poco altro. Una svendita in cui il potere contrattuale è pressoché nullo, ma in cui è garantita l’immediatezza del contante. E’ sufficiente presentare un documento d’identità e l’oro sarà valutato e acquistato. Un approdo rapido ma non indolore per trascinarsi nel vivere alla giornata che, però, è divenuto anche un faci