“Sono qui per difendere un diritto sacrosanto”. Così Piero Manca, cittadino di Sorgono, sentito telefonicamente da Sardegna Live, spiega il motivo per il quale questa mattina ha deciso di intraprendere un’zione solitaria di protesta davanti all’ospedale San Camillo.

“Ho messo i tasselli e mi sono bloccato sulla strada principale, rimango qui fino a quando non viene il prefetto, il presidente Solinas e l’assessore Doria”, afferma Manca.

L'ospedale San Camillo è ridotto ai minimi termini e, come in tutta l’Isola, registra una grave carenza di organico. Questo significa che per i medici è impossibile anche solo pensare di andare in ferie. Ma allora come possono riposare e al contempo non lasciare scoperti i reparti?

La soluzione trovata non contempla entrambe le necessità.

Infatti, il reparto di medicina chiuderà per ferie per 15 giorni a metà luglio.

“Ci sono dei medici che non vanno in ferie da tre anni e tengono in piedi i pochi servizi che ci sono qui all’ospedale. Hanno bisogno di riposare e l’unica soluzione che l’azienda trova è chiudere il reparto di medicina per 15 giorni. Ma come è possibile che chi ha il dovere di tutelare i diritti dei cittadini non pensi a mandare altri medici in sostituzione almeno per quelle due settimane? Non si può fare finta di nulla. Questo è un problema gravissimo”, dice Piero Manca.

Abbiamo sentito il dottor Manuel Tanda, referente sindacale della Cisl Medici, che ci ha spiegato come la situazione del reparto di medicina sia insostenibile da diverso tempo: va avanti con soli tre medici (di cui uno si occupa anche del day hospital oncologico), dovrebbe disporre di venti posti letto, ma ne sono stati eliminati la metà per riuscire a seguirne dieci e nel reparto sono almeno sette anni che non arriva un nuovo medico, nonostante le ripetute richieste.

Tantissime le proteste negli anni, ma finora non si è ottenuto niente.

“In tanti possiamo far sentire il nostro disappunto, le nostre richieste per difendere e tutelare i nostri diritti, credo che sia arrivato il momento di cambiare metodo di azione”, afferma Piero Manca, incatenato in Corso IV Novembre. “Chiediamo che ognuno di noi faccia per coscienza il proprio dovere”.

“Non stiamo parlando di un negozio, ma stiamo parlando di un ospedale e nessuno se ne preoccupa? Il presidente della Regione e l’assessore non possono chiamare dei medici per farli venire in Barbagia-Mandrolisai per tenere aperto il servizio sanitario? Questa è una mancanza di coscienza da parte di chi ci comanda, di chi deve tutelare il cittadino. Loro se hanno bisogno di un cardiologo ce l’hanno subito, noi invece dobbiamo girare la Sardegna in cerca disperata di assistenza sanitaria”, dice infine Piero Manca che continua la sua protesta.

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