“La norma Nazionale prevede che entro i 50 km tu puoi fare un ordine di servizio per far turnare il personale della stessa azienda. Oltre i 50 km è solo su base volontaria. Dunque, per incentivare le prestazioni aggiuntive le ho aumentate al massimo di legge: 80,00 € /ore per i medici, 60,00 € / ora per il comparto. Oltre questo, non posso costringere i lavoratori a scegliere un’area piuttosto che un’altra”.

Lo ha affermato a Sardegna Live l’assessore regionale della Sanità Carlo Doria, da noi contattato in seguito alla protesta intrapresa questa mattina da un cittadino di Sorgono, Piero Manca, incatenatosi davanti all’ospedale San Camillo di Sorgono.

Il nosocomio in questione è ridotto ai minimi termini e, come in tutta l’Isola, registra una grave carenza di organico. Questo significa che per i medici è impossibile anche solo pensare di andare in ferie. Accade, infatti, che per poter far riposare il personale l’unica soluzione sia quella di chiudere ed ecco, quindi, che il prossimo 15 luglio, per due settimane, cesserà l’operatività del reparto di medicina.  Insomma, a fronte una soluzione che salva il diritto sacrosanto del personale medico di beneficiare del proprio riposo, ci si ritrova in una situazione ancora peggiore, perché la conseguenza, nel caso concreto, è la chiusura di un reparto e quindi la violazione di un altro diritto, quello della salute, a danno del cittadino. 

Quindi cosa si può fare per non lasciare scoperti i reparti? Molto poco a quanto pare.

“Non possiamo cambiare le leggi dello Stato e non posso costringere i medici ad andare a lavorare in posti specifici”, ribadisce l’assessore Doria. Vale anche per i medici stranieri iscritti nell’elenco regionale dei professionisti disponibili e in possesso dei requisiti per l’esercizio temporaneo delle professioni sanitarie di medico e di infermiere. “Decidono di accettare oppure no le sedi che vengono proposte e non li si può obbligare”. I camici bianchi stranieri sono venti. “Li stiamo già tutti utilizzando. Attualmente sono operativi a Carbonia e Olbia”.

L’assessore, però, di fronte all’esigenza urgente di trovare una soluzione che comunque salvi il diritto alle ferie dei medici e quello della salute del cittadino, ci spiega che nonostante abbia le mani legate sta provvedendo “a fare una legge, che rischia certo di essere impugnata a Roma, ma la farò lo stesso, per incentivare economicamente in modo adeguato i presidi ospedalieri disagiati. Ad esempio, se vai a Sorgono, Nuoro, Lanusei etc. prendi un’integrazione stipendiale rispetto ad altri presidi ospedalieri non disagiati”.

L’assessore della Sanità sarda conclude con una nota polemica: “Cosa stanno facendo i parlamentari? Vanno in giro a dire cosa non va bene anziché cercare di cambiare le leggi dello Stato”.