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“Siamo senza pediatra, il disagio è grave ed inaccettabile, dopo il sit-in a Cagliari e l'incontro con i vertici Ares che ha semplicemente rimarcato il fatto che sono disarmati davanti a questa situazione. Naturalmente non è un tipo di risposta che possiamo accettare, l'agitazione sarà inasprita ad oltranza.” È questo il grido di aiuto lanciato dal Coordinamento dei comitati sardi Difesa salute pubblica.
Ieri la redazione di Sardegna Live ha intervistato una mamma che ha raccontato il disagio nel vivere una situazione dove i bambini non hanno la possibilità di essere visitati e curati vicino a casa. Tutto questo dallo scorso ottobre.
Il comitato ha annunciato che per sabato 3 febbraio ha organizzato la XXIV marcia a Sorgono, invitando a partecipare tutti i genitori e i nonni con i bambini, “il bene più prezioso” al centro di questa emergenza.
“ARES ESCA DAL VICOLO CIECO E DIA SEGNI DI VITA” – “Sabato 3 febbraio portiamo i bambini nel corteo, sperando in un adesione delle mamme che sono state tutte sensibilizzate.
In ogni caso anticipiamo fin da ora che la protesta sarà a Cagliari, presso la rotonda di via Peretti (di fronte alla sede di Ares). Abbiamo scoperto essere un punto di nostro gradimento
e siccome le emergenze sono molteplici i comitati di difesa della salute non mancano, i vertici della sanità pubblica sarda sono avvisati, lavorino, lavorino, lavorino e facciano in fretta, noi non li perderemo di vista un sol secondo”.
L’APPELLO AI SINDACI – “Rinnoviamo l'appello ai nostri sindaci, è importante sfruttare la loro posizione di vantaggio, che hanno, e prendano coscienza che il comitato territoriale di distretto dei sindaci è uno strumento fino ad ora sottostimato, stesso discorso per la consulta delle autonomie locali , la quale fino ad ora è stata assente qui da queste parti del centro Sardegna”.
E continua “È impensabile delegare ai comitati di cittadini una vertenza di questo livello e tipo, la sanità pubblica va difesa e tutelata e soprattutto va vista come la priorità in senso assoluto dagli amministratori locali. Senza sindaci sarebbe come andare disarmati della cavalleria pesante, con meno probabilità di vincere. Questa è una guerra da vincere, tutti assieme!”