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Un silenzio lungo 5 anni, tanto è passato da quando Stefano Masala uscì di casa per l'ultima volta, incontrando sulla sua strada un destino che lo ha strappato per sempre al calore della sua famiglia, del padre Marco, della mamma Carmela. Una ferita ancora aperta nella comunità di Nule trascinata, a partire da quel 7 maggio 2015, in una spirale di violenza insensata e impossibile da dimenticare.
Oggi lo zio di Stefano, Francesco Dore, che lavora come infermiere presso il 118 dell'ospedale di Ozieri in prima linea nella lotta al Covid-19, ha voluto ricordare il giovane con un video dal doppio significato. "Ricordo il suo essere buono - spiega Francesco - ed il suo sorriso con la voglia di vivere . Non meritava tutto questo. La famiglia? Sta passando di tutto dalla scomparsa di Stefano, alla malattia e morte della mamma Carmela che era mia sorella. Non si danno pace fino al ritrovamento del corpo per poter dare a lui una degna sepoltura. Il resto si può immaginare".
"Approfittando dell'emergenza Covid-19 - prosegue - non voglio che il suo ricordo passi in secondo piano. Tanti miei colleghi infermieri da nord a sud hanno dedicato la vestizione contro il coronavirus ai loro idoli come Vasco Rossi, Kekko dei Modà eccetera. Io l'ho voluta dedicare a mio nipote Stefano per muovere le coscienze di chi sa dove si trova il corpo o quello che ne è rimasto. Stefano ha diritto di tornare a casa, come abbiamo promesso a mia sorella Carmela prima che se ne andasse anche lei. Non voglio che cali il sipario e l'attenzione dello Stato su questa brutta storia fino a che non riavremo i suoi resti. Tutto i giorni ci chiediamo: dove sei?".
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