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L'avvocato Gianfranco Piscitelli, presidente dell'associazione Penelope, è intervenuto riguardo la ripresa delle ricerche del corpo del giovane Stefano Masala, brutalmente assassinato il 7 maggio del 2015. Ne dà notizia il Corriere della Sera.
"Sono vicino a Marco Masala ed alla sua famiglia dalla notte successiva a quel maledetto 7 maggio 2015; ho letto anche io l'articolo di Corriere.it, ma è impreciso - spiega Piscitelli -. Di vero c'è che la Procura della Repubblica di Nuoro ha di propria iniziativa da ieri ripreso le ricerche del corpo o dei poveri resti di Stefano, ma non con l'impiego dei cani del Nucleo di Bologna che quindi non sono 'ritornati sul campo', ma con l'impiego di apparecchiature tecnologiche avanzate di supporto, che all'epoca non furono utilizzate".
"Il papà Marco Masala e la sua famiglia, dopo l'ultimo appello rivolto a Cubeddu prima della conferma dell'ergastolo in appello, con cui gli chiedeva di dire dove era occultato il corpo di Stefano, mi ha riferito che ha smesso di rivolgere appelli: ora i suoi appelli sono solo preghiere alla Madonna dei Miracoli. Anche noi di Penelope continuiamo a pregare e ad essere vicini alla famiglia e, con i familiari, tutti siamo grati alla Procura per non aver dimenticato Stefano: chi dimentica cancella, noi non dimentichiamo", ha concluso il legale.