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“La Regione non può essere tagliata fuori dalla gestione e dal controllo degli scali sardi, parte integrante di un sistema nevralgico per tutta l'Isola, e anzi ha il dovere di intervenire in difesa del diritto alla mobilità di tutti i sardi. Il pronunciamento della Corte dei Conti, che oltre a evidenziare criticità dal punto di vista della competenza degli attori principali dell'operazione, ne mette in risalto anche la sostenibilità finanziaria, è l'ulteriore autorevole conferma della validità della posizione espressa dalla Regione Sarda”. Lo dichiara, in una nota, il governatore Christian Solinas.
“La linea portata avanti dalla Giunta - sottolinea - va nella direzione giusta. Avevamo chiesto da subito chiarimenti su un'operazione per la quale la Regione non è mai stata d'accordo. Oggi vediamo confermate dalle fonti più autorevoli tutte le nostre perplessità e contrarietà”.
La sezione sarda della Corte dei Conti ha notificato alla Camera di Commercio di Cagliari e Oristano il parere negativo sulla delibera di sottoscrizione dell'aumento di capitale, presa l'8 settembre scorso, che di fatto dava il via all'operazione. Le carenze evidenziate dai magistrati contabili sono diverse.
Intanto "non si può affermare, con un sufficiente grado di certezza, la 'stretta necessità' dell'operazione di integrazione dei tre aeroporti sardi rispetto agli scopi statutariamente attribuiti alla Camera di commercio", si legge nell'atto della Corte dei Conti. E poi ogni iniziativa della Camera di commercio deve svolgersi "all'interno della circoscrizione territoriale di competenza e deve riguardare interessi della comunità rappresentata nell'ambito del territorio assegnatole".
Per la Corte gli obiettivi dichiarati nella delibera ("sostenere un rilevante piano di investimenti e sviluppo a beneficio di tutto il territorio regionale") oltrepassano "la dimensione territoriale degli interessi rappresentati e gli scopi primari affidati alla cura della Camera".
Altre criticità riguardano "l'erosione, conseguente alla cessione della partecipazione della Camera a Ligantia, pari a 94,45%, della quota detenuta dai soci pubblici al di sotto della soglia del 10% del capitale sociale" e la mancanza di "evidenza pubblica nella fase di dismissione della quota di partecipazione in Sogaer e nel suo conferimento alla holding Ligantia".
Non solo, carenze anche nelle motivazioni "sull'infungibilità dell'operazione e sulla assoluta impossibilità oggettiva di perseguire altrimenti l'interesse pubblico derogando ai principi dell'evidenza pubblica - si legge -, specie in carenza di approfondite indagini di mercato o del sondaggio di operatori di settore potenzialmente intenzionati alla gestione dei servizi aeroportuali".