La parola "bardana" oggi dirà ben poco ai più. Gli appassionati di botanica vi riconosceranno il nome di una particolare erba con fusto alto e fiori rossi dai cui semi si ricava un olio e le cui radici hanno proprietà medicinali.

Ma le bardane furono anche un fenomeno criminale che interessò in maniera significativa la Sardegna dell'Ottocento.

VIOLENZA A CAVALLO. Il termine in lingua sarda deriva dal germanico "gualdana" o "waldana". Il reato consisteva in un vera e proprio assalto compiuto da decine e decine di uomini a cavallo e armati che nel cuore nella notte si dirigevano verso un villaggio o uno stazzo per rapinare uno o più possidenti contemporaneamente. Erano spedizioni violente, che ammettevano l'utilizzo delle armi e l'omicidio di chiunque si opponesse ai briganti.

Individuato un punto di incontro, i malviventi si davano appuntamento. Una volta sul posto, il capo (su bardaneri) faceva l'appello assicurandosi che tutti i componenti del gruppo fossero presenti. Se qualcuno mancava all'appuntamento, la bardana veniva annullata. Una curiosità: le spedizioni non si compivano mai di venerdì per scaramanzia.

In alcuni casi i gruppi erano composto anche da 50 o addirittura cento cavalieri, provenienti da paesi non di rado lontani tra loro. I piccoli eserciti di banditi erano ben organizzati. Col favore delle tenebre raggiungevano rapidamente i villaggi dove risiedevano i ricchi da depredare aprendo il fuoco e spegnendo nel sangue eventuali resistenze.

LA STRATEGIA. Alcuni membri della spedizione si occupavano di assediare la caserma dei carabinieri tenendoli così occupati mentre altri gruppi scelti attaccavano le case delle vittime. Una volta saccheggiate le proprietà dei maggiorenti, i grassatori si davano alla fuga rientrando ognuno nella propria abitazione dopo la spartizione del bottino (non solo denari ma anche grano, fagioli, vino, formaggi).

Le bardane erano scorribande tipiche soprattutto in Barbagia e Gallura. In copertina il murale realizzato ad Alà dei Sardi in ricordo dell'ultima bardana del 1870.

IL FENOMENO. Secondo quanto ricostruito dagli studiosi, i gruppi criminali non erano associazioni a delinquere definite e a carattere stabile, ma organizzazioni di uomini temporanee e a carattere transitorio. Una volta compiuta la bardana, ogni componente del gruppo tornava alla propria vita pacifica e insospettabile. L'imperversare di una tale forma di reato era legato all'impotenza delle istituzioni statali a salvaguardia delle popolazioni civili. La progressiva organizzazione delle forze dell'ordine nei territori isolani a cavallo fra Ottocento e Novecento rese sempre più sporadiche le bardane tradizionali, che col tempo furono sostituite con gli assalti alle auto e alle corriere.

Lo studioso Umberto Cardia definisce la bardana come: "Un'irruzione nelle pianure di popolazioni montanare delle Barbagie, mosse dal bisogno di pascoli e di cereali, spedizioni che sottendono tattica e strategia di guerra e non vanno semplicisticamente interpretate come operazioni di rapina".