I carabinieri della Compagnia di Tempio e i colleghi del Comando provinciale di Sassari stanno sentendo in queste ore amici, parenti e conoscenti di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlio Pietro, barbaramente uccisi ieri nella loro abitazione, nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita. Ma non solo.

I militari sono alla ricerca di un movente, nessuna ipotesi viene scartata, ma al momento la pista più accreditata sembra essere quella legata ad una vendetta nel mondo degli usarai o delle loro vittime.

Nel 2008, infatti, Giovanni Maria Azzena venne arrestato insieme ad altre due persone, Osvaldo Premuselli, assicuratore di Tempio, e Piero Dati, imprenditore napoletano, nell'ambito di un'inchiesta su una serie di prestiti a strozzo, con tassi di interesse dal 50 al 200 per cento, sfociata in un processo che è tutt'ora in corso. Nonostante in paese Azzena sia descritto come una persona gioviale e serena, sempre sorridente, dalle indagini dell'epoca era emersa un'altra lettura del suo carattere.

Da una intercettazione telefonica, in particolare - riproposta oggi da L'Unione Sarda - si trae l'immagine di un uomo duro con i deboli, i poveracci a cui avrebbe prestato i soldi con interessi vorticosi. "Io sono buono ma divento molto cattivo, molto cattivo hai capito, io so che sei venuto a domandarmi i soldi piangendo e te li ho dati", questa la registrazione della chiamata.

I carabinieri stanno ora lavorando sul fronte dei commercianti che si sarebbero rivolti a lui per i prestiti, vittime dell'epoca che probabilmente saranno sentite dagli inquirenti nelle prossime ore.