Ad una settimana dalla strage familiare di Tempio Pausania, proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri per ricostruire ogni dettaglio del brutale assassinio di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlio Pietro di 12 anni.

Domani dovrebbero riprendere le perquisizioni da parte dei Ris nella casa di Angelo Frigeri, il trentaduenne in carcere a Sassari con l'accusa di triplice omicidio aggravato dalla crudeltà. Casa che ieri è stata posta sotto sequestro giudiziario, in esecuzione dell'ordinanza firmata dal giudice dell'indagine preliminare Marco Contu.

Gli inquirenti sono sempre alla ricerca dell'oggetto contundente che sarebbe stato utilizzato per colpire alla testa i coniugi Azzena, e l'agenda-quaderno prelevata dall'operaio nel negozio della famiglia Azzena in cui sarebbero trascritti i nomi delle persone a cui sarebbe stato prestato denaro o con i quali il capofamiglia aveva affari ancora in atto. Nell'appartamento al terzo piano della palazzina di via Rossini, Frigeri viveva con il padre, titolare di una nota tappezzeria a Tempio, che ora ha dovuto trasferirsi in casa della figlia. Intanto i carabinieri oggi hanno smentito la notizia, circolata sui social network, di una presunta spedizione punitiva compiuta a Tempio proprio nei confronti del padre del presunto killer.

Dopo la rinuncia di ben tre avvocati, intanto, sono in corso i contatti per la nomina di un nuovo legale che dovrà difendere Frigeri. Un ruolo scomodo, visto l'atrocità del delitto e i continui cambi di versione dei fatti resi dall’arrestato, che hanno spinto i primi tre legali a rinunciare.