Ha confessato, ha confermato agli inquirenti di aver materialmente collaborato al delitto, all'atroce assassinio di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlioletto Pietro di soli 12 anni.

Angelo Frigeri, l'operaio di 32 anni fermato come presunto autore della strage di Tempio Pausania, nei numerosi interrogatori a cui si è dovuto sottoporre ha ammesso, almeno una volta, di aver partecipato al crimine, di aver aiutato gli assassini a sterminare l'intera famiglia del commerciante gallurese. Nelle versioni fornite, però, l'operaio, secondo i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Sassari e della Compagnia di Tempio Pausania, è caduto più volte in contraddizione.

In un caso ha raccontato di essere stato costretto ad aprire la porta agli assassini, in un altro di essere stato obbligato a ripulire la casa dopo il delitto, in un altro ancora addirittura di non essere stato in quell'abitazione e infine di aver partecipato materialmente al brutale omicidio. Versioni diverse, a volte confuse e poco convincenti, che gli inquirenti stanno cercando di pesare, mettendole in relazione con gli elementi recuperati nel corso delle indagini, con gli indizi trovati dagli specialisti del Ris, ritornati anche oggi nella casa di via Villa Bruna, nel centro storico di Tempio, in cui la famiglia è stata assassinata.

Un sopralluogo a cui ha preso parte anche Gianfranca Sotgiu, il nuovo avvocato di Angelo Frigeri nominato d'ufficio dopo che Giovanni Azzena ha rimesso il mandato per "contrasti sulla strategia difensiva e per un coinvolgimento emotivo in relazione alla vicenda". Un fatto di sangue ancora tutto da chiarire su diversi aspetti, primo fra tutti il movente. I carabinieri del Comando provinciale non scartano alcuna pista e proseguono la ricerca dei presunti complici indicati da Frigeri, ma mentre quella legata a una vendetta per usura oggi sembra non essere più in primo piano, si fanno avanti altre ipotesi.

Si valutano i possibili contrasti tra Giovanni Maria Azzena e Angelo Frigeri legati a loro affari illeciti ancora in piedi, come piccole truffe e raggiri. Affari sporchi per i quali il tuttofare potrebbe aver preteso dal commerciante ucciso la sua parte, senza però ottenere nulla.

Il legale storico della famiglia Azzena, Domenico Putzolu, che ha difeso Giovanni Maria nella vicenda legata all'usura, scarta la possibilità di un coinvolgimento di Angelo Frigeri come vittima degli strozzini, ma esclude anche un'altra ipotesi su cui i carabinieri stanno ancora lavorando: la relazione tra l'operaio e Giulia Zanzani, la moglie del capofamiglia. In passato di sicuro tra i due c'era stato un legame, una storia forse di poco tempo e poi finita.

In paese ne parlano in molti, ma nessuno sa se recentemente i rapporti si erano riallacciati anche su quel fronte. Elementi importanti potrebbero arrivare già domani quando Angelo Frigeri - seconda quanto si è appreso - sarà nuovamente sentito per l'interrogatorio di garanzia. Il pm del Tribunale di Tempio Pausania, Agelo Beccu, titolare del fascicolo ha chiesto nel frattempo la convalida del fermo e la firma di un provvedimento di custodia cautelare in carcere con l'accusa di omicidio plurimo aggravato dalla crudeltà.

E domani alle 15 nella cattedrale di San Pietro Apostolo, a Tempio, saranno celebrati i funerali delle vittime della strage. Le salme sono arrivate oggi pomeriggio dove nella chiesa di Nostra Signora del Rosario è stata allestita la camera ardente. I feretri sono stati accolti da un centinaia di persone e un applauso scrosciante si è levato al passaggio della piccola bara bianca di Pietro.

Solo per lui gli assassini hanno avuto forse un momento di compassione coprendogli il viso con un pezzo di stoffa.

 

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