Mentre salgo sull’aereo che da Cagliari mi porta a Milano, tutto dovrebbe essere pronto per una nuova diretta del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. 

Una di quelle audizioni al popolo italiano a cui ci hanno ormai abituato nel periodo del lockdown. 

La stretta anti-contagi dovrebbe trovare le sue misure di contenimento nelle linee guida del Dpcm fumante e da sfornare nelle prossime ore. 

L’asticella dei 3mila casi di Covid al giorno è sempre più vicina, crea ansie e preoccupazioni e l’Esecutivo si è messo a lavoro per evitare una nuova chiusura totale, così come ha spiegato il ministro Roberto Speranza. 

Intanto, mentre stringo la mascherina al volto, accertandomi con cura e preoccupazione che non ci siano spifferi, prendo posto al 16E del volo, al centro dell’aereo, tra altri due passeggeri a me sconosciuti, mai visti prima. Uno attaccato all’altro. 

Continuo a leggere le misure del nuovo decreto. Si parla di distanziamento sociale per la tutela della salute. Si va dalla mascherina da indossare obbligatoriamente anche all’aperto in tutta Italia, al numero contingentato delle presenze in cerimonie, feste ed eventi privati fino alla possibilità di prevedere la chiusura di ristoranti a locali prima delle 23.

Osservo chi mi sta accanto. Mi giro, guardo a poppa e a prua anche se non siamo in mezzo al mare, ma nell’alto dei cieli: il volo è strapieno. Tutti indossano la mascherina. Ma di distanziamento non ce n'è, nemmeno per sbaglio. Tutti ammassati, anche se in modo ordinato, in un aereo che in 60 metri di lunghezza ospita oltre 180 persone.

Nessun commento. Le considerazioni arrivano in modo spontaneo. È da mesi che sentiamo parlare professori, studiosi ed esperti. Le soluzioni per evitare che il virus si espanda, per ora, sono sempre e solo quelle. 

L’aereo atterra avvolto tra la foschia di Milano. Non si può abbandonare, per fortuna, in modo disordinato. La discesa è controllata. Dura poco. Alla fine ci ritroviamo tutti nuovamente ammassati sullo shuttle che ci porta nell’area arrivi. 

Si salvi chi può. In attesa di un nuovo messaggio alla nazione. Naturalmente in edizione straordinaria.