Si è conclusa sabato, 10 settembre 2016, la trentunesima edizione del festival “Ai confini tra Sardegna e jazz”, nella suggestiva cornice del centro storico di Sant’Anna Arresi.  L’evento, organizzato dall’Associazione culturale Punta Giara, era incentrato sulla figura di Frank Zappa, al quale gli artisti si sono ispirati con dei repertori originali. Zappa, scomparso nel 1993. possedeva un linguaggio musicale capace di creare una miscellanea di generi, spaziando giustappunto dalla musica colta europea dei secoli XVI e XVII a quella contemporanea, ottenendo un risultato insuperato. Per taluni rimane il più grande compositore del XX secolo.

 

Un turbinio di atmosfere iniziato con lo stile impetuoso di Sean Noonan, il cui lirismo dialoga eminentemente con quello dei componenti il suo trio. Tomeka Reid è stata protagonista della seconda parte della prima serata, con la bellezza e le suggestioni dall’eco antico della sua musica. Un insieme di originalità riecheggianti egregiamente il Frank Zappa di “Montana”. Il viaggio sulla strada zappiana è proseguito con l’esibizione del Tenore “Remunnu e Locu” di Bitti, che ha immerso il pubblico nell’arcaicità della Sardegna. Il pianista Matthew Shipp con il suo tocco incalzante e sicuro ha reso omaggio, in apertura della terza serata, al grande sassofonista David Spencer Ware, mentre in chiusura è stata la volta della formazione orchestrale Andromeda Mega Express che ha spaziato dallo stile prettamente jazzistico, a quello più colto tipico di Tchaikovsky e Bernstein, passando per il rock e l’improvvisazione. Nella serata successiva, Rubatong attraverso un genere indefinito col ritmo come protagonista, ha creato un’atmosfera dal pathos tipico dell’arte contemporanea. Il quartetto di Andrea Massaria, invece, col suo stile violento e senza confini, ha creato un caos nel quale lo spettatore è chiamato ad abbandonarsi.  Il trio sui generis Lok 03 ha aperto la serata del 5 regalando al pubblico una potente suggestione spaziando, dal free-jazz alla Scuola di Vienna.  Subito dopo è stata la volta del progetto Greg Burk’s Solar Sound, con Rob Mazurek come ospite speciale. Un connubio tra musica e immagini realizzato da Greg Burk, Enzo Carpentieri, Marc Abrams e l’artista digitale Michele Sambin. Una sperimentazione che travalica financo le forme artistiche. L’ottetto Serenus Zeitblom, ospitante Ingrid Laubrock, nella serata del 6, ha intrapreso un viaggio senza meta travalicante i generi musicali, un invito continuo a cogliere emozioni. Mentre il Brötzmann, Drake, Parker Trio ha proposto uno spettacolo immediato e coinvolgente, con sfumature genuine di jazz tradizionale e improvvisazione. Peter Brötzmann è stato protagonista anche della seconda parte della serata del 7, dopo l’esecuzione del Megalodon collective ricca di effetto sorpresa, elemento tipico di molte esecuzioni di Zappa.  

 

Le ultime tre serate sono state caratterizzate dall’ improvvisazione rispecchiante attimi di vita del Battle pieces di Nate Wolley, dal progetto In order to survive di William Parker, dal Piano solo del poliedrico Cooper Moore e del suo profondo gusto teatrale, dal progetto HidrosZap di Mats Gustafsson che ha suscitato le emozioni di un paesaggio fiabesco, ed infine dal Direction Zappa del se