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Se successo voleva essere, successo è stato. Si è aperta alla grande l’undicesima edizione “Terre di Confine Film Festival” a Oristano, la prima di Marco Antonio Pani come direttore artistico. Venerdì scorso, il museo diocesano arborense ha ospitato la proiezione di “Via Crucis”, di Harold de Vasten.
Nonostante l’assenza del regista colombiano, il lungometraggio ha riscosso un ottimo apprezzamento, facendo conoscere al pubblico presente in sala, lo spirito della gente vera di Timbío, uno sperduto villaggio nella periferica provincia colombiana di Cauca. Un lavoro, quello di De Vasten, che ha voluto in scena le persone comuni della sua terra con le loro ingenuità, le loro valenze espressive, i pregi e i difetti, coinvolgendo un’intera comunità secondo i canoni solidali dello spirito locale, dai quali ha preso il nome la casa di produzione “Cine Minga”.
La presentazione è stata curata dal nuovo direttore artistico mentre i saluti di casa sono stati portati daAlberto Loche (Coordinatore organizzativo del festival) e Silvia Oppo (direttrice del Museo diocesano arborense).
«Ogni anno c'è un paese del modo la cui cinematografia "resistente" è ospite d'onore del nostro festival – ha affermato il direttore artistico –. Quest'anno toccherà alla Colombia, un paese che ha sofferto in modo indicibile negli ultimi cinquant'anni e che però, con forza e determinazione, sta uscendo dall'incubo, forte della bellezza dei suoi territori, della ricchezza interiore e delle capacità della parte migliore della sua gente. E in questo, il cinema colombiano non se ne sta certo a guardare. Ma reagisce e influenza, come sempre l'arte sa fare».
L’apertura si quest’edizione ha segnato anche il passaggio del testimone dalla rassegna “Il cinema siamo noi”, curata da Antonello Carboni, terminata proprio venerdì con l’inaugurazione della mostra “Fotogrammi dipinti” del maestro Angelo Liberati.
Ora gli sforzi si concentreranno sui prossimi appuntamenti della rassegna, in programma il 2 marzo a Cagliari, con la presentazione del programma completo presso la Cineteca Sarda e dall’8 dello stesos mese, con le tappe di Solarussa, Asuni e Sassari.