È stata l’azienda di Luciano Nieddu, a Berchidda, la sede della giornata di formazione promossa da Coldiretti Sardegna e alla quale hanno partecipato 30 allevatori di suini provenienti da tutta l’isola.

“Il capitale più importante dei nuovi allevatori – ha dichiarato il professore del Dipartimento di Agraria di Sassari Gianni Battaccone – è la formazione e la gestione manageriale dell’azienda. Sono ragazzi aperti all’innovazione e al confronto, consapevoli dei propri potenziali e delle criticità dell’azienda”.

Allevatore di ovini, Nieddu ha deciso di riconvertire la sua azienda in allevamento di suini a semi brado, negli anni bui della peste suina. Queste le caratteristiche della sua azienda: Doppia recinzione, inseminazione artificiale, vendita diretta, surgelamento delle carni.

“Il capitale più importante dei nuovi allevatori di suini – ha detto durante l’incontro il professore del Dipartimento di Agraria di Sassari Gianni Battaccone, riferendosi a Luciano Nieddu e a Fabrizio Viglietti, altro giovane allevatore di Arzachena – è la formazione e la gestione manageriale dell’azienda. Sono ragazzi aperti all’innovazione e al confronto, consapevoli dei propri potenziali e delle criticità dell’azienda”.

Al corso hanno preso parte anche Pieluigi Mamusa, considerato il più grande allevatore di suini sardo, e Sebastiano Porcu di Forestas, esperto del settore, in particolare del suino di razza sardo.

“Una giornata proficua e di vera crescita culturale e manageriale – ha aggiunto il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. E’ un settore dalla grandi potenzialità e dove vantiamo saper fare e prodotti di altissima qualità. L’embargo sta per finire e noi dobbiamo essere pronti con allevatori qualificati che sappiamo non solo allevare ma anche proporsi al mercato”.

“E’ solo il primo di una serie di incontri che terremmo in tutta la Sardegna – ha rimarcato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Stiamo riscontrando attenzione da parte degli allevatori, c’è voglia di crescere e confrontarsi, soprattutto da parte dei giovani. Piace molto anche il metodo che abbiamo adottato perché è diretto e pratico, senza trascurare gli aspetti tecnici”.