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«Il tam tam sui social network alimentato in questi giorni, è una bufera all’interno di un bicchiere d’acqua che, veicolata sulla rete, ha raggiunto livelli di disinformazione paurosi».
A dirlo è l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, intervenuto in merito alla legge numero 28 del 2 agosto che, a detta della Regione, non causerebbe pericolo per l’allevamento e il consumo tradizionale del tipico maialetto sardo.
Secondo l’Ente, su un totale di 15788 allevamenti registrati in tutta la Sardegna, circa 314 sono classificati come allevamenti di tipo famigliare per l’autoconsumo dove la norma prevede che si possano detenere 4 capi non riproduttori.
Tuttavia, viene specificato, «non esiste nessun impedimento per questi 314 di registrarsi all’anagrafe dei suini, anche con pochi capi presenti in azienda, così da poter detenere riproduttori e lavorare per l’autoconsumo e la vendita. La stragrande maggioranza di tutti gli operatori che oggi allevano maiali sull’Isola continueranno invece a produrre e vendere suini di ogni categoria senza alcun problema».
«Nelle direttive di attuazione del provvedimento, che l’Assessorato ha iniziato a elaborare – ha aggiunto Caria –, saranno meglio chiarite le modalità e le procedure da seguire».
L’esponente della Giunta ha poi ricordato che la legge sulla suinicoltura, votata quasi all’unanimità da maggioranza e opposizione del Consiglio regionale, è frutto di un lavoro costante e preciso portato avanti dalla Commissione Quinta e dai tanti consiglieri coinvolti che, con centinaia di ore di lavoro, hanno ascoltato tutti i portatori di interesse del comparto: dagli allevatori ai trasformatori passando per le diverse associazioni di categoria.
«La tradizione millenaria delle nostre produzioni suine non è minacciata da questa legge – ha concluso l’Assessore Ras – ma da decenni di Peste suina africana, che per troppo tempo, ha condannato la nostra Isola a embarghi vergognosi che hanno mortificato la straordinaria operosità dei nostri allevatori. Superiamo questa fase di incomprensione e mettiamoci tutti al lavoro per rilanciare un comparto dalle tante e troppe potenzialità di sviluppo ancora inespresse».