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“Una legge che snatura l’identità della Sardegna, rendendo impossibile l’allevamento dei capi di riproduzione nelle aziende familiari. Il settore suinicolo dell’Isola non ha certo necessità di questi vincoli per combattere la piaga della febbre suina africana. E’ l’ennesimo sopruso ai danni degli allevatori e delle aziende zootecniche sarde. Auspico che il provvedimento sia rivisto all’interno della Commissione sanità”.
Il vicepresidente del parlamentino Edoardo Tocco (FI) mette in guardia l’assemblea di via Roma sulla necessità di produrre una riforma in grado di non calpestare le tradizioni e, soprattutto, strangolare le piccole realtà rurali: “La legge 28, con disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda, è da esaminare nella parte in cui si vieta alle aziende di allevare i maialetti per un semplice consumo familiare – conclude Tocco – Il rischio è la cancellazione di una tradizione millenaria, radicata in molte fasce agricole della nostra Isola. Si riporti il disegno all’interno della commissione con il parere dei piccoli allevatori, protagonisti di un’attività consolidata nelle piccole aziende a prevalenza familiare”.