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"Non basta che i 30 internati nella colonia di Isili vivano in condizioni di sovraffollamento a fronte di una capienza regolamentare di 20 posti, ma vengo a conoscenza che nei prossimi giorni si prevedono nuovi arrivi. È bene precisare che gli internati della casa lavoro di Isili sono persone che già hanno scontato la pena e che a causa di una legge del 1930 del codice Rocco sono costretti a stare in carcere per via delle misure di sicurezza dettate dalla pericolosità sociale. Sono davvero pericolosi? Nelle visite che ho effettuato ho visto in realtà persone fragili con problemi di dipendenza, con disagi psichiatrici, senza fissa dimora". La denuncia arriva da Irene Testa, garante delle persone private della libertà personale della Sardegna.
"Persone che in alcuni casi non hanno nessuno fuori disposto ad accoglierli o famiglie che non riescono a farsene carico. Sono gli ultimi degli ultimi, esseri umani costretti a scontare una doppia pena. Confinati a 3km dal blocco centrale della colonia. Isolati e con scarsa assistenza sanitaria e psichiatrica, non curati, nascosti al mondo e privati della dignità umana. Alcuni si trovano lì anche a causa dell'insufficienza dei servizi territoriali di accoglienza. Se non fosse per il lavoro dei direttori, degli agenti e del magistrato di sorveglianza di competenza territoriale che già fanno sforzi sovrumani, potremmo tranquillamente affermare che a Isili 30 persone vivono in un girone infernale. Mi chiedo come sia possibile che il dipartimento di amministrazione penitenziaria continui a mandare persone alla colonia senza rendersi conto di quanto accade", prosegue Testa.
"Sono del parere - tuona la garante - che quelle persone non dovrebbero stare alla colonia, ma se si sceglie di lasciarle lì, allora il dipartimento di amministrazione penitenziaria dovrà con urgenza adottare misure per risolvere la situazione di sovraffollamento e bloccare i nuovi arrivi. Potenziare l'organico del personale penitenziario. Garantire l'accesso tempestivo alle cure mediche per tutti gli internati che ne necessitano. Chiedo al Dap - conclude -, al Ministro Nordio, di intervenire con estrema urgenza poiché la situazione richiede un intervento immediato per ripristinare condizioni di detenzione conformi ai principi costituzionali e al rispetto della dignità umana".