2 milioni e 467mila euro al giorno per un equivalente di 74milioni al mese ovvero un totale di 2 miliardi e 99milioni di detrazioni che, sugli oltre 12mila edifici interessati, hanno attivato un giro d’affari di 4 miliardi e 400milioni di euro, di cui 2miliardi e 880milioni come effetto diretto sulle imprese edili e sui tecnici e di 1 miliardo e 500milioni di euro di indotto.

Sono queste le cifre del Superbonus 110% nell’Isola, secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati divulgati da Enea questa mattina e riparametrato gli effetti economici della norma stimati qualche giorno fa dal Censis in collaborazione con Harley&Dikkinson, per gli 851 giorni, ovvero 28 mesi, di attività della norma, tra inizio agosto 2020 e il 30 novembre 2022.

Secondo i dati rilasciati oggi, 7 dicembre, da Enea sull’utilizzo del Superbonus 110% e relativi al 30 novembre, in Sardegna le asseverazioni sono state complessivamente 12.399 per un totale di investimenti ammessi a detrazione pari a 1miliardo e 908 milioni di euro e detrazioni previste a fine lavori per 2 miliardi e 99milioni di euro. I condomini registrano 653 asseverazioni per 523 milioni di investimenti (investimento medio di 802 mila euro), per le unifamiliari le asseverazioni sono 8.980 per 1miliardo e 83 milioni di investimenti (investimento medio 120 mila), mentre per le case indipendenti le asseverazioni sono 2.766 per 301 milioni di investimenti (investimento medio 108mila).

Nonostante l’enorme mole d’investimenti che andranno a ricadere positivamente su imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora oltre 300milioni di euro che le realtà sarde del Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti, secondo i dati stimati da Confartigianato Edilizia Sardegna a fine dello scorso mese di novembre: un patrimonio di crediti bloccati che sta mettendo in crisi di liquidità migliaia di imprese. Oltre a questo, c’è anche la situazione delle famiglie che hanno lasciato casa, trasformata nei mesi scorsi in cantiere per i lavori di efficientamento energetico agevolati al 110%, e da mesi sono in affitto senza riuscire a prevedere quando potranno fare ritorno nelle loro abitazioni.

La principale responsabilità sta nelle 16 modifiche normative al Superbonus, introdotte in due anni e mezzo: una ogni due mesi, a cui si sono aggiunte 11 modifiche sulle regole per sconto in fattura e cessione del credito.

Dopo le denunce, gli appelli, le lettere verso le Istituzioni, i Parlamentari e gli Istituti Finanziari, Confartigianato ha chiesto al Governo di liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e di scongiurare il fallimento di migliaia di imprese. L’ultima chiamata per porre i necessari correttivi alle regole del Superbonus che, se dovessero restare invariate, rischiano di mettere in difficoltà migliaia di imprese sarde e del resto d’Italia, riguarda l’iter parlamentare di conversione del DL 176/2022 (Aiuti Quater) attraverso il quale si dovrebbe intervenire sulla modifica alle procedure di cessione del credito, di stabilità delle regole e di proroga dei termini per i condomini. Per questo, l’Associazione di Categoria considera indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa con un intervento straordinario da parte dello Stato per una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato.

Ed è proprio sulle procedure di cessione dei crediti fiscali che Confartigianato, a livello nazionale, ha proposto 4 punti con l’obiettivo di: stabilire un’uniformità di comportamento da parte degli Istituti bancari, promuovendo di concerto con ABI e Agenzia delle Entrate, la creazione di una sorta di codice univoco di condotta nelle procedure di acquisizione, di definire in maniera inequivocabile e, soprattutto, non suscettibile di cambiamenti a effetto retroattivo; fissare il confine della responsabilità del cessionario che diviene solidalmente responsabile, in caso di acquisto di crediti quando ometta “il ricorso alla specifica diligenza richiesta” (serve un elenco esaustivo di documenti ed azioni da intraprendere in via preliminare rispetto all’acquisto); consentire all’acquirente del credito, di poter utilizzare anche negli anni successivi, ciò che, per incapienza, non è riuscito a compensare. Inoltre, sui crediti posseduti dalle imprese e definiti “incagliati”, propone di individuare un compratore di ultima istanza per quei crediti che, sottoposti a verifica preventiva, risultino sani ma non ceduti a terzi per mancanza di acquirenti. E quindi di stabilire una sorta di procedura guidata, e garantita, di liquidazione di tali crediti, di fatto, incedibili altrimenti oppure, riconoscere la possibilità di una deducibilità fiscale.

“Abbiamo bisogno di poche regole, certe e stabili nel tempo, perché la transizione energetica degli edifici è un processo lungo da realizzare e che necessita di regole salde per fruire degli incentivi, anche a costo che questi siano meno convenienti del 110% - commentano Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna, e Giacomo Meloni, Presidente degli edili artigiani - ci auguriamo che mai più si possano vedere, e subire, gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori. I continui cambiamenti delle regole, infatti, in questi mesi hanno gettato nell’incertezza gli operatori e reso estremamente prudente l’atteggiamento degli intermediari finanziari che avevano garantito l’acquisto dei crediti”.

“Ora, per le imprese è il momento di recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi per continuare a lavorare con serenità – sottolinea la Presidente Lai - problemi come quelli legati ai crediti sono da risolvere visto che sono proprio i bonus edilizi ad aver consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e sono questi che dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese”.

Ma la vera domanda che imprese e i cittadini si pongono è quale prospettiva avranno i bonus in edilizia e che impatto avrà il superbonus con i nuovi parametri imposti dal Governo. E soprattutto quanto potrà reggere il comparto alla luce della crisi legata al rincaro dei materiali, all’aumento dei costi energetici e alla diminuzione del potere d’acquisto delle persone.

“Sono queste le domande che ci poniamo ogni giorno e si pongono tutti gli imprenditori artigiani del “sistema casa” isolano – fa eco Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna - e per le quali abbiamo già sottolineato la necessità di garantire il rispetto degli impegni già assunti dalle imprese, salvaguardando, almeno, i lavori già avviati nel corso del 2022 con l’attuale intensità di aiuto pari al 110%”. “I 22 anni di incentivi fiscali hanno impedito all’intera filiera dell’edilizia isolana di andare a fondo – sottolinea il Presidente degli edili sardi – sostenendo, salvando e rilanciando molte imprese che si occupano di costruzioni e ristrutturazioni ma anche di riqualificazione del patrimonio immobiliare, del risparmio energetico, della difesa dell’ambiente, con una importante emersione delle attività irregolari”. “I dati ci dicono che questi bonus hanno avuto anche un potente effetto-leva per il rilancio di molte altre attività economiche dell’indotto – continua Meloni - ora le misure devono essere sostenute, stabilizzate ed estese, perché c’è ancora molto da fare per riqualificare l’esistente, all’insegna di un’edilizia sicura e più rispettosa del territorio”.

“La preoccupazione è il non sapere il futuro delle detrazioni, potrebbe avere un effetto negativo su chi volesse ammodernare la propria abitazione - rimarca la Presidente Lai – perché, nel bene o nel male, il Superbonus 110% è stata anche una occasione unica per rinnovare gli edifici energivori anche considerato anche il periodo di maxi rincari delle bollette”.

“Per noi questa norma è da modificare profondamente però confermandone la sostanza - prosegue Meloni – perché è necessario responsabilizzare, economicamente, chi vuole fare gli interventi: non può esistere uno Stato che copre totalmente gli interventi perché non è sostenibile”.

“Come Associazione di Categoria e imprenditori edili artigiani – concludono Lai e Meloni - siamo pronti a dare il nostro contributo di proposte per individuare soluzioni equilibrate, che mettano al riparo dalle truffe dei finti imprenditori, e definire provvedimenti certi, strutturali e sostenibili”.