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Ci troviamo nel bellissimo centro storico di Iglesias, in una delle vie più antiche e curate che, soprattutto d’estate, diventa uno dei luoghi di passeggiate e incontri, oltre che di ristorazione.
Qui sorge un locale di ristoratori che, come tantissimi altri del Sulcis e della Sardegna, sono stati vittime dell’ennesimo danno inferto a questa categoria di lavoratori.
Dopo la chiusura per la pandemia, le aperture a singhiozzo per le risalite dei contagi, il minor afflusso di gente (che in una zona come il Sulcis è normale nei mesi invernali, ma non è mai stato così drastico come negli ultimi anni), ora ci si mettono pure i prezzi raddoppiati e triplicati delle materie prime e, come se non bastasse, lo sciopero annunciato per lunedì prossimo degli autotrasportatori che ha mandato in panico le persone, soprattutto a causa di un allarmistico messaggio vocale su WhatsApp che ha spinto moltissima gente a saccheggiare i supermercati, per la paura dei mancati rifornimenti per almeno 15 giorni.
“Un atto semplicemente egoista! Ho trovato gli scaffali completamente vuoti per colpa di chi ha fatto la spesa per un reggimento senza neanche informarsi e capire prima cosa stesse succedendo. Dopo il Covid, le quarantene, il lavoro calato moltissimo, è impossibile per noi ristoratori fare scorte massicce, molti prodotti li compriamo piano piano per evitare di buttare tutto. E ora siamo senza sugo, semola, lievito e tante altre cose”.
Parole disperate quelle della ristoratrice: “Per fortuna avevo nel frigo di casa mia due panetti di lievito, e Nicola ne utilizza poco per le sue pizze, quindi dovremmo riuscire e farcelo bastare, sennò per questo weekend non avremmo potuto lavorare. Ma non c’è più semola: abbiamo chiamato un fornitore per portarcela, però penso sia evidente che dover chiamare un fornitore per minime quantità di merce a causa del poco lavoro, vorrebbe dire scomodarlo e rendere anche a lui il lavoro più difficile. È una catena: il disagio viene creato a tutti”.
E continua: “La cosa che mi dà più fastidio è che durante il periodo di Natale tutti improvvisamente si sono ricordati dei poveri e di chi ha meno, poi, per un allarme su WhatsApp, sono andati tutti in panico ed egoisticamente hanno lasciato famiglie con bambini e persone anziane senza neanche un cartone di latte, pensando solo a sé. Mi fa schifo tutto questo”.
La donna tiene però a sottolineare una cosa importante: “Noi ristoratori non vogliamo l’elemosina di nessuno, siamo sempre riusciti a cavarcela in questi anni particolarmente difficili, ma siate meno egoisti! Pensate al prossimo e che tutti siamo nella stessa barca: dal disagio di uno vengono coinvolti molti altri. Ragionate!”