Su disposizione della Procura della Repubblica di Oristano, la Squadra Mobile della locale Questura, coadiuvata dai colleghi della Questura di Livorno, ha dato esecuzione ad una misura cautelare in carcere nei confronti di una donna di etnia rom, classe 1992, residente in Croazia, senza fissa dimora nel territorio italiano, per il reato di furto aggravato in abitazione.

Lo scorso agosto, la donna, unitamente ad una complice già identificata e deferita all’Autorità giudiziaria per lo stesso reato, avrebbe svaligiato un appartamento sito in via Segni ed ancora prima avrebbe cercato di introdursi all’interno di un’altra abitazione lì vicino.

Le indagini effettuate dal personale della Squadra Mobile, avrebbero consentito di ricostruire tutti gli spostamenti delle due donne, dal momento in cui in nave sono arrivate da Livorno sull’isola sino al momento in cui sono ripartite, sempre a bordo di una nave passeggeri e sempre avendo come destinazione la città portuale toscana, dove le ricerche si sono poi concentrate.

Gli accertamenti effettuati dagli investigatori avrebbero consentito di ricostruire l’intera vicenda nonché il modus operandi posto in essere dalle due, le quali, vestite all’occidentale, avrebbero dapprima noleggiato una Fiat 500 a Olbia, e poi affittato una casa vacanze nel litorale siniscolese, per potersi muovere indisturbate in tutta l’isola.

Ad Oristano, effettuati i primi sopralluoghi, le due avrebbero individuato uno stabile di prestigio all’interno del quale si trovano numerosi appartamenti. Giunte in prossimità del portone d’ingresso, avrebbero iniziato a suonare vari campanelli per cercare di farsi aprire ed avere accesso all’area comune.

Una volta entrate nello stabile avrebbero poi individuato alcuni appartamenti da colpire, nel primo dei quali vi era però all’interno una anziana donna che, diffidando, aveva notato le due sconosciute dallo spioncino del portoncino d’ingresso e per questo, senza aprire, aveva chiamato ed avvertito subito la figlia che era uscita di casa poco prima.

Nel frattempo le malintenzionate, non avendo ricevuto risposta, avrebbero cercato di accedere all’appartamento mediante l’uso di una tessera di plastica e di alcuni cacciavite, non riuscendovi poiché il portoncino era chiuso a chiave con le mandate. Tutt’altro che scoraggiate avrebbero fatto una rampa di scale e, salite di un piano, sarebbero riuscite ad aprire un altro portoncino scardinandolo e accedendo all’interno dell’appartamento.

Dopo circa quaranta minuti e dopo aver messo a soqquadro la camera da letto, sarebbero uscite dall’abitazione portando con sé numerosi monili in oro.

Durante la fuga sarebbero state però incrociate e fermate nell’androne del palazzo dalla figlia della prima potenziale vittima e, alla richiesta su cosa stessero cercando da sua madre, le due avrebbero risposto che cercavano un centro dentale, non presente nello stabile. Fatto ciò si sarebbero allontanate celermente da Oristano convinte di averla fatta franca.

Tuttavia grazie alla minuziosa analisi di decine di ore di immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti in città, gli investigatori sono riusciti ad identificare le due donne grazie in particolare ad alcuni frammenti di targa rilevati sull’auto usata ed al successivo confronto delle immagini delle due, registrate all’ingresso del palazzo durante i sopralluoghi, con quelle conservate nelle banche dati della Polizia di Stato.

Dai successivi controlli era poi emerso che entrambe avevano a carico numerosissimi precedenti penali per reati dello stesso tipo e questo, tra le altre cose, ha fugato ogni dubbio.

La donna sottoposta all’arresto è ad oggi rinchiusa nel carcere di Firenze, all’interno del quale dovrà permanere a disposizione dell’Autorità giudiziaria.   

La Questura ribadisce il consiglio di chiudere sempre a chiave con le mandate i portoncini d’ingresso delle abitazioni; tale semplicissima accortezza evita che con l’utilizzo di una semplice tessera di plastica e due cacciavite il portoncino d’ingresso, anche se blindato, possa essere forzato.