Gli effetti della Manovra 2015 porteranno tagli alle Regioni in misura rilevante con la sforbiciata di 4 miliardi di euro, ma i governatori hanno tempo sino al 31 gennaio per presentare una loro distribuzione condivisa prima che scattino i tagli automatici decisi da Roma. Nella graduatoria delle decurtazioni sulla "spesa totale" la Sardegna sarebbe messa peggio in Italia col 4,3% di tagli. E' prima anche fra le Regioni a Statuto speciale per i tagli sulla "spesa non sanitaria" (9,1%).

E' il calcolo elaborato dal Sole 24 Ore-Centro studi Real Sintesi che si basa su Pil e popolazione di ogni territorio, e sui bilanci regionali.

In particolare sulla "spesa non sanitaria" si trovano ai primi posti per i tagli Emilia Romagna (18,4%) e Lombardia (13,9%), regioni che, però, se si considera anche la "spesa sanitaria" scendono ad un taglio rispettivamente del 2,9% e del 3,3%. La Sardegna su una "spesa non sanitaria" di 3.007 milioni di euro arriverebbe al taglio del 9,1% mentre inglobando anche la "spesa sanitaria", di 3.282 milioni, scenderebbe al 4,3%. Dopo l'Isola vi sarebbero anche il Friuli, la Sicilia, la Valle d'Aosta e il Trentino.
 
Sui dati pubblicati non è d'accordo l'assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci:
"I dati diffusi dal Sole 24 Ore di oggi sono sbagliati: nella tabella pubblicata vengono infatti attribuiti alla Sardegna 273 milioni di euro di accantonamenti fiscali per il 2015, invece quello è il dato della Sicilia, alla quale vengono erroneamente attribuiti i 97 milioni della Sardegna. Questo errore distorce ovviamente le percentuali finali dei tagli riportati dal quotidiano economico, facendo trarre conclusioni completamente sbagliate: per la Sardegna, escludendo la spesa sanitaria, non si tratta certo del 9,1% ma del 3,2%, mentre con la spesa sanitaria arriviamo non al 4,3% ma all'1,5%, a fronte di un taglio alla Sicilia dell'1,8% e al Friuli all'1,7%".
 
 
Lo precisa l'assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, sottolineando che "come si può vedere non è assolutamente vero che la Sardegna è fra quelle a statuto speciale la regione più penalizzata d'Italia", che anzi "quei 97 milioni fissati dalla Legge di Stabilità, già quota più bassa in assoluto, diventano in realtà 47 con la restituzione di 50 milioni su 200 all'anno di riserve erariali non vincolate all'abbattimento del debito pubblico, e dunque la percentuale finale dei tagli arriva addirittura allo 0,7%,  la più bassa in assoluto". La Sardegna infatti "è l'unica regione italiana ad aver ottenuto la disponibilità delle riserve erariali, 200 milioni all'anno, non per abbattere il debito pubblico nazionale ma per essere utilizzati in Sardegna, esattamente come richiesto da un ordine del giorno unitario del Consiglio lo scorso 2 ottobre, con i soldi dei sardi che dunque restano ai sardi.
I dati corretti, e da tutti consultabili, sono riportati nella tabell