L'artigiano fermato per il triplice omicidio di Tempio avrebbe fatto entrare in casa gli assassini di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia e del figlio Pietro, avendo libero accesso, visto che era impegnato a eseguire dei lavori nell'appartamento.

L'uomo sarebbe stato minacciato e obbligato ad aprire la porta. Ma cosa sia accaduto effettivamente in quell'abitazione al primo piano di via Villa Bruna, ma anche nel negozio che si trova nello stesso stabile in via Villa Marina e quante persone siano state coinvolte rimane un mistero.

Angelo Frigeri nel suo lungo interrogatorio, secondo alcune indiscrezioni trapelate e ancora non confermate dagli inquirenti, avrebbe detto di essere stato minacciato e obbligato a far entrare in casa due persone. Non è chiaro se poi sia uscito dall'appartamento per fare il "palo" e controllare la zona, per poi rientrare per ripulirlo.

Ancora da chiarire anche se il delitto sia stato premeditato, o se a scatenarlo sia stata la reazione di uno dei componenti della famiglia. Nelle prossime ore Frigeri sarà nuovamente interrogato e sarà presente il suo legale, Giovanni Azzena.