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Sono accusati di tentata rapina pluriaggravata, porto di arma clandestina, ricettazione e danneggiamento a seguito di incendio i tre componenti della banda che ad agosto del 2016 ha tentato di rapinare la filiale del Banco di Sardegna di viale Marconi a Cagliari.
Per il colpo i malviventi avevano utilizzato due pistole, una calibro 9x21 con numero di matricola cancellato e un revolver calibro 40 risultato rubato oltre 20 anni fa in provincia di Nuoro. Due armi dalla potenza devastante: secondo i carabinieri, i rapinatori avevano messo in conto di sparare per assicurarsi la fuga.
I componenti della banda avevano effettuato diversi sopralluoghi prima di agire e pianificato ogni cosa. Secondo la ricostruzione degli investigatori dell'Arma, in banca travestiti da carabinieri sono entrati Stefano Arzu - cugino di Raffaele e Luca Arzu e fratello di Sergio, tutti già coinvolti in rapine e assalti a portavalori - e un altro bandito ancora non identificato.
Una volta all'interno dei locali, hanno obbligato i dipendenti ad aprire le porte per fare entrare Elia Loi. Mauro Cabras era invece fuori a fare il palo. Dopo aver immobilizzato dipendenti e i clienti - tra gli 'sfortunati' anche il presidente di Confcommercio Alberto Bertolotti - hanno atteso l'apertura del caveau, ma sono stati costretti a fuggire da una finestrella a bocca di lupo che affacciava sul retro della banca a causa dell'arrivo dei carabinieri.
Sarebbe stato Cabras ad avvertire i complici: era fuori ad attenderli a bordo di un'Audi A3 a lui intestata, anche se per la fuga era stato parcheggiato poco distante un furgone rubato nel nuorese il mese prima.
La banda è tornata in serata a recuperalo: il mezzo è stato poi trovato bruciato a Sestu. In banca sono stati trovati indumenti e pistole da cui è stato possibile recuperare indizi e il profilo del Dna di Elia Loi.
A carico del 32enne è anche arrivata l'accusa di aver partecipato alla rapina messa a segno il 4 settembre del 2004 all'ufficio postale di Lotzorai, in provincia di Nuoro.