Sono stabili ma ancora gravi le condizioni di Peppino Mozzo, l'ex infermiere di 67 anni colpito sabato mattina da una fucilata nelle campagne di Silanus. I medici dell'ospedale San Francesco di Nuoro hanno stabilizzato le sue condizioni cliniche prima di effettuare l'intervento chirurgico per estrarre il proiettile che ha perforato il polmone.

Le indagini, intanto, procedono a ritmo serrato con perquisizioni, effettuate dai carabinieri della Compagnia di Macomer, e interrogatori nella stazione di Silanus. I militari danno la caccia all'uomo che sabato mattina ha esploso un colpo di fucile contro il pensionato che andava nel suo podere per accudire i maiali, non riuscendo però a ucciderlo. Per fortuna vicino a Peppino Mozzo c'era il figlio Michele, militare della Brigata Sassari.

E forse proprio la presenza del figlio ha salvato la vita al pensionato: il killer, infatti, si è allontanato dopo il primo colpo non infierendo sulla vittima. Si indaga, per individuare responsabile e movente, anche nel mondo della campagne.

Gli ultimi fatti di sangue a Silanus preoccupano l'amministrazione comunale e così il sindaco, Luigi Morittu, ha convocato per martedì pomeriggio, 30 dicembre, un consiglio comunale straordinario.

Poco più di mese fa nel paese del Marghine era stato ucciso Bachisio Cossu, operaio di 34 anni, sotto gli occhi della fidanzata. Mentre qualche mese prima l'assalto all'ufficio postale.