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La mattinata è appena cominciata, il cielo è terso, la giornata è splendida, ma i tanti studenti di Tertenia, presenti nell’area stradale antistante il Municipio, non hanno lasciato le aule per un giorno di vacanza. Sono lì, in una strada diventata improvvisamente piazza strabocchevole di persone, da protagonisti e non per fare numero, come neppure per una solidarietà formale.
“Fosse stato necessario, per essere qui oggi sarei scappato anche dalla finestra della scuola”, ha detto uno di loro. I ragazzi hanno piena consapevolezza di ciò che sta succedendo sul fronte del latte, del dramma che stanno vivendo tante loro famiglie.
Forse, quella consapevolezza che hanno dimostrato di non avere tutti coloro che ai diversi livelli, istituzionali e non, sono venuti meno rispetto a ciò che avrebbero potuto e dovuto fare per impedire che si verificasse quello che ormai è già successo e che non accenna a smettere: la guerra del latte, appunto. Quella in corso, non è una protesta, è una guerra, sostengono sostanzialmente all’unisono i presenti.
“O vinciamo, o moriamo, non c’è più alternativa”, hanno detto anche oggi in coro, gli allevatori di Tertenia, unendosi al resto della Sardegna, dove il fronte della guerra del latte è sempre più unito. “Vogliamo immediatamente un Decreto, una Legge che ci protegga, che ci consenta di vivere, da domani".