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A Teti il personale scolastico si rifiuta di sgombrare i locali che devono essere adibiti a mensa, perché sostiene non sia di sua competenza. Allora si rimbocca le maniche il sindaco Laila Dearca e provvede.
«Adesso basta, sono due anni e mezzo che sopporto, credevo che andare avanti e ingoiare i rospi fosse la cosa giusta e che forse non alimentando le polemiche le cose sarebbero migliorate, ma a quanto pare mi sbagliavo».
Il primo cittadino ha pubblicato un coraggioso post su facebook puntando il dito contro i dipendenti pubblici che ogni volta che c'è da assolvere ad un compito si rifiutano di farlo poiché “non gli compete”, a scapito di chi invece vorrebbe lavorare e non riesce a trovare un'occupazione.
«FACCIO IO» L'episodio alla base del plateale sfogo del sindaco Dearca è accaduto lunedì scorso. Il primo cittadino di Teti ha ricevuto una telefonata nella quale le veniva chiesto di raggiungere quanto prima gli edifici scolastici per risolvere un'emergenza. L'aula da adibire a sala mensa non poteva essere utilizzata perché occupata da materiale di vario tipo e il personale scolastico si rifiutava di rimuoverlo in quanto non di sua competenza.
«Una volta raggiunto il palazzo scolastico - racconta il sindaco - ho provveduto a togliere lo scotch utilizzato per sigillare l'aula interessata allo sgombero, che tra l'altro era stata chiusa senza alcuna autorizzazione. All'interno c'erano diversi giochi per bambini. Ho appoggiato la borsa, mi sono tolta la giacca e ho provveduto personalmente a liberare l'aula. Avevo chiesto da un mese che quella stanza venisse svuotata, ma nonostante le varie sollecitazioni il personale Ata ha continuato a sostenere che non era possibile assecondare la richiesta perché non rientrava tra i suoi compiti».
LA GUERRA PERDUTA Il sindaco racconta che da due anni e mezzo si trova a fronteggiare quelle che definisce resistenze assurde e paradossali. «L'inefficienza del personale della pubblica amministrazione è un problema serio che incide sul sistema tanto quanto quello della corruzione dei politici e va combattuto nella stessa misura. In troppi però non se ne rendono nemmeno conto o fanno finta di nulla. Questa è una situazione che si ripete da anni. Ho sollevato il problema al prefetto, ne ho parlato durante le riunioni Anci e in Comunità montana, ma sembra che non si possa fare nulla per contrastare il fenomeno. Io chiedo solo che i dipendenti pubblici, a qualsiasi ente essi appartengano, lavorino con impegno. Ogni volta però c'è una resistenza. Io mi ritrovo a combattere una guerra al giorno».