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Secondo la leggenda un giovane pastore di Teti, tormentato da sogni premonitori frequenti e insistenti, diede inizio alla ricerca di un tesoro, s'iscusorzu 'e Teti, che si sarebbe dovuto trovare nella vallata di Jogadorzu, posta tra due colline, in quello che oggi è conosciuto come il territorio di Abini.
La tappa di Autunno in Barbagia a Teti, tra storia e racconti, è un viaggio lungo i sentieri della tradizione, dove presidi ed emergenze archeologiche testimoniano vita e attività risalenti ai periodi pre-nuragico e, soprattutto, nuragico.
Abini e S'Urbale fanno di Teti uno scrigno che apre alla conoscenza di un passato molto lontano. «I nostri tesori - dice il sindaco Laila Dearca - sono i bronzetti ritrovati nel territorio, che testimoniano le pagine scritte con i colori delle prime civiltà». I visitatori che lo scorso fine settimana hanno visitato Cortes Apertas a Teti al loro arrivo sono stati colpiti dalla grande statua in pietra del Demone Guerriero realizzata dall'artista di Belvì Tonino Loi e che si trova nella piazzetta Mulare. In tanti si sono messi in posa per portare a casa una fotografia che li ritrae accanto alla riproduzione gigante di uno dei bronzetti più conosciuti di tutta la Sardegna. L'associazione Sos Bronzettos ha curato l'esposizione delle gigantografie di cartone dei bronzi di Abini come quelle dell'Arciere Saettante e del Sacerdote Orante.
«Questa associazione - spiega il sindaco - nasce come laboratorio ma con il passare degli anni, vista la passione e la costanza delle venti persone che ne fanno parte, si è deciso di creare un presidio culturale per la valorizzazione dei nostri tesori. Tre bronzetti da noi realizzati si trovano in mostra al Museo archeologico nazionale di Firenze». L'accoglienza e l'ospitalità degli abitanti del paese sono il punto di forza della manifestazione nella casa di nonna Clelia, morta a 103 anni: Antonella Dearca ha curato un'esposizione ricca e suggestiva di arredi d'epoca. Attraverso una scala di granito che conduce nei vari piani si aprono scenari inediti di un passato che conserva ancora le sue tracce. All'ultimo piano, dopo aver attraversato i vari locali dell'abitazione, si arriva nella stanza dove è stata allestita una camera mortuaria che rievoca il rito funebre di un tempo e le fasi del lutto.
La mostra “Il popolo di Bronzo”, allestita nel Museo Archelogico e curata da Angela Demontis ricostruisce, a dimensione reale, abiti, armi e utensili dei bronzetti nuragici riscuotendo successo e ammirazione per la cura dei dettagli e la verità di rappresentazione. La preparazione e la degustazione dei culurzones a cosidura cattura l'attenzione dei tanti che non si limitano soltanto a vedere come si realizza il piatto tradizionale, ma ne approfittano per apprezzarne la bontà.
Il Comune di Teti ha curato l'organizzazione de S'Iscosorzu non tralasciando alcun dettaglio e questo, come spiega il primo cittadino, lo si deve alla preziosa collaborazione di tutta la comunità e delle associazioni locali come il Coro polifonico San Sebastiano, il Coro polifonico S'Urbale, il Gruppo Folk di Teti, e le associazioni S'Iscusorzu e Sos Bronzettos. «Quest'anno abbiamo indetto il concorso “Vota la Corte più bella“ - dice il sindaco - ma, visto l'impegno che tutti hanno messo nell'allestimento degli spazi espositivi, è davvero difficile fare una selezione. Il primo classificato porterà a casa mille euro. Tante persone provenienti da ogni parte della Sardegna mi hanno fatto i complimenti per l'ospitalità ricevuta. Gli assaggi gratuiti hanno conquistato il sorriso di tutti».
Sabato notte il gruppo di volontari “Per Teti Cortes Apertas 2014” ha organizzato la cinghialata in piazza; Massimo Pitzalis, Carla Denule, Giorgio Manca, Giampaolo Melis, i cori S'Urbale e San Sebastiano, Giacomo Crobu, Francesco Fais, Danilo Dessì, Stefano Noli, Jacopo Putzu e Fabio Onnis hanno caratterizzato la manifestazione con la loro musica.