Ieri 18 giugno alla presenza del fratello Lorenzo, della zia materna Stefania Piras, dei suoi compagni di classe, dei docenti e della commissione d’esame, è stato conferito il diploma di maturità a Mirko Farci, il 19enne ucciso l’11 maggio dall'ex compagno della madre. “Gli abbiamo dato 100, perché avere salvato la vita della madre quanto può valere se non il massimo?”, ha detto la docente di italiano Marielle Melis a La Nuova Sardegna.

“Questa la consegna del diploma postumo a Mirko, a cui la vita avrebbe dovuto offrire ben altri orizzonti e prospettive, ma che resterà per sempre nei nostri più cari ricordi”, il commento del dirigente scolastico dello Ianas, Nanni Usai, riportato dal quotidiano oggi in edicola.

È stata anche scoperta una targa che riporta la scritta "A Mirko Farci, in ricordo del suo gesto, per noi una grande lezio-ne di vita".

L’OMICIDIO L’assassino è stato catturato dopo alcune ore di fuga dai Carabinieri e interrogato dalla Pm Giovanna Morra nella tarda serata di martedì 11 maggio. Dopo aver confessato, l'operaio ha fornito la sua versione dei fatti: sarebbe entrato nella casa di via Monsignor Virgilio, dove madre e figlio vivevano, arrampicandosi su un pluviale fino al primo piano della palazzina dove abita il padre di Paola Piras. Da qui avrebbe preso il coltello con il quale ha ucciso Mirko e ferito gravemente la mamma, quindi sarebbe salito per le scale nell'appartamento al secondo piano dove dormivano Paola e il figlio. Ha ammesso anche la sua gelosia nei confronti di quella che fino al novembre 2020 era stata la sua compagna e i sospetti che avesse un altro. Da lì erano seguiti i maltrattamenti nei confronti della donna che poi lo ha denunciato. Secondo il racconto del reo confesso, la misura di divieto di avvicinamento inflittagli dal giudice di Lanusei, non avrebbe impedito in questi mesi messaggi e uscite con Paola, qualche volta persino in pubblico. L'operaio, che dopo l'arresto ha rischiato il linciaggio da parte di una folla inferocita. L'uomo si trova rinchiuso nel carcere di Uta. 

FATALE UNA COLTELLATA AI POLMONI Il 13 maggio, nel cimitero di Quartu Sant'Elena, è stata eseguita dal medico legale Matteo Nioi l’autopsia sul corpo di Mirko Farci, il 19enne morto martedì mattina nella sua casa di Tortolì mentre difendeva la mamma dall'aggressione del suo ex compagno, l'operaio di origini pakistane Masih Shahi, di 29 anni. A risultare fatale è stata una delle due coltellate che l’omicida ha inferto al torace del giovane, che è penetrata nei polmoni causando un'emorragia e provocando una morte quasi immediata. Ferite provocate dal coltello anche sulle braccia del ragazzo che ha cercato di proteggere il suo corpo mettendo le braccia avanti. La madre, Paola Piras, è sempre ricoverata all'ospedale di Lanusei.