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In attesa delle Frecce tricolori, l'umore al lido di Orrì è nerissimo. La vigilia dell'evento è stata condita dal malumore dei titolari delle attività che s'affacciano sulla spiaggia centrale. Le limitazioni alla viabilità, imposte per garantire la sicurezza durante le prove generali dei velivoli, hanno allontanato residenti e turisti dal litorale.
Gli ombrelloni sono rimasti chiusi, i baretti vuoti e i pedalò fermi sul deserto dell'arenile, nonostante le prime acrobazie aeree siano iniziate alle 16. I gestori sono arrabbiatissimi, delusi per aver perduto una giornata di lavoro in piena estate, con conseguenti perdite d'incasso. «Una vergogna, non c'era bisogno di chiudere i varchi in maniera così drastica», attacca Luciana Mirai del bar Le Mimose.
Alle 8 di sera il registratore di cassa piange. «Abbiamo battuto solo 127 scontrini. I responsabili? Non quelli del Comune. Anzi, l'assessore Stochino ci ha sostenuto con pazienza». Mentre sfoga la sua rabbia, l'imprenditrice riempie i sacchi della spazzatura per buttare duecento panini. «Chi ci restituirà le perdite?», si chiede Fabrizio Palmas, gestore dell'Hacuna Matata. Nicola Depau, titolare dello stabilimento Maty beach, è inconsolabile. «In tutto il giorno non abbiamo noleggiato neanche un pedalò.
Almeno avrebbero potuto predisporre una navetta dal parcheggio di San Salvatore». Antonello Moi, de Su Stancu, è furibondo. «Perché hanno vietato la sosta già dalle 8 del mattino quando le prove si sono svolte al pomeriggio?». Invece di lavorare, Paolo Ferreli (Orrì beach) e i suoi tre dipendenti hanno incrociato le braccia. «Non abbiamo avuto un cliente, una giornata di ordinaria follia».
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