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Gli adulti ora dovranno pensare a lei. A quella ragazzina di 14 anni che dopo aver inviato al fidanzatino sedicenne quattro selfie piccanti è finita sui telefonini di tutta la scuola per effetto di una catena di Sant'Antonio su Whatsapp innescata dall'adolescente al quale lei aveva dedicato quelle pose. Una vittima. Ecco come appare quella bambina che davanti all'obiettivo dello smartphone ha pensato di mostrarsi già donna.
L'ASSESSORE LADU «Non bisogna lasciarla sola», l'assessore ai servizi sociali del Comune di Tortolì, Isabella Ladu, trova a fatica le parole per esprimere lo sconcerto davanti alla vicenda che ha coinvolto decine di studenti di un istituto superiore della sua città, complici di aver condiviso a loro volta gli scatti proibiti. «Quello che è accaduto è davvero molto grave. Purtroppo spesso i ragazzi non si rendono conto dell'arma che hanno tra le mani. Ora, la cosa più importante è stare vicini a questa ragazza, affiancarle qualcuno che sia preparato per farle affrontare una situazione più grande di lei». A sconcertare è il fatto che proprio tra i banchi di scuola sia montato il tam tam. «La scuola dovrebbe essere luogo di crescita e formazione. È necessario far riflettere gli studenti e metterli in guardia dagli effetti che quella che loro considerano una ragazzata può sortire sulla vita degli altri».
«MONDO EROTIZZATO» Ad avere una conoscenza profonda del mondo adolescenziale di Tortolì è don Giorgio Cabras, parroco di Stella Maris, da sempre impegnato nell'evangelizzazione tra i più giovani. «Purtroppo quello che è accaduto non mi sorprende. Viviamo in un mondo erotizzato del tutto e subito . La tragicità della vicenda è che spesso in questa trappola non cadono solo i ragazzi, ma anche gli adulti. I giovani sono figli di questo tempo, immersi in una realtà in cui si condivide tutto, anche gli aspetti più intimi». Eppure tra gli obiettivi degli incontri organizzati in parrocchia c'è anche quello di «educare all'affettività. Il tempo a nostra disposizione non è sufficiente e le energie messe in campo per stare accanto a questi giovani non bastano».
NESSUNA DENUNCIA Per ora, la storia dei due adolescenti, di quelle foto volate da un telefonino all'altro e di quell'intimità violata, non sono materia di indagine per i carabinieri. Fino a quando qualcuno non chiederà giustizia non sarà possibile avviare un'inchiesta e formulare un'ipotesi di reato contro chi ha innescato e alimentato quel vortice di messaggi proibiti.