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Una discarica vecchia di oltre decennio è stata scoperta e documentata su un grande complesso nuragico in località Capitana, ai margini di Quartu Sant’Elena. Centinaia gli oggetti scoperti nel sottosuolo della zona, scaricato da anonimi, e migliaia tra lattine arrugginite e barattoli al suolo, probabile ex dispensa di un ristorante, oramai abbandonano e fatiscente, denominato “Su Nuraghe” e che, come recita il nome (“Il Nuraghe”), venne edificato nell’ultimo trentennio, sulle verdi colline di Capitana.
Dalle parti del litorale quartese prossimo a Costa di sopra, grandi nuraghi e degrado, storia e abbandono, fanno da padroni, complice, soprattutto, il menefreghismo generalizzato. Per fortuna non per tutti e, di certo, non per Marcello Polastri, presentatore televisivo, giornalista-esploratore che da anni si batte per salvare il salvabile della storia e dell’archeologia della Sardegna. Oggi, Polastri, ha rotto il silenzio sulle bellezze degradate di Capitana, richiamando l’attenzione di migliaia di persone non tanto per un post nella sua FanPage Facebook, bensì perché, durante un sopralluogo con la troupe televisiva del canale 13 del digitale terrestre, è incappato (complice il suo sguardo esperto), in una serie di altre torri nuragiche, o quel che di esse resta perché sepolte tra rifiuti e terra di accumulo.
“Un complesso nuragico, quello di Capitana, in parte usato dai militari al tempo della seconda guerra mondiale e che deve trovare chi, tra le istituzioni, possa valorizzarlo ma ancor prima apprezzarlo, capirlo, studiarlo, finanziando scavi o attività di recupero a vantaggio anche di tanti archeologi disoccupati. Perché - aggiunge Polastri - se nessuno sovrintende al degrado, chiedendo a chi di competenza di rispettare la storia e il paesaggio, ai nostri figli cosa consegneremo se non una Sardegna priva di storia e con essa, un paesaggio meno bello, senza più identità?”. Le immagini del degrado stanno in tal senso facendo il giro del web e domani arrochiranno una relazione che verrà spedita alle istituzioni.
Nel frattempo, sulla zona archeologica semi-sepolta sotto al ristorante con annessa discoteca, le associazioni Gruppo Cavità e il Team Sardegna Sotterranea (fondato dall’ex presidente Polastri), da più di due anni diretto da Bruno Casanova, depositeranno un esposto fotografico con le segnalazioni di potenziali scoperte archeologiche e, al tempo stesso, auspicando una necessaria bonifica della zona, dai rifiuti inquinanti e tutt’altro che biodegradabili. Perché da anni sono la, senza che nessuno si sia preso cura di questo angolo di mondo scelto, 3500 anni fa, dagli antichi costruttori di torri, i Nuragici.