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Un silenzio pieno di dolore. I familiari di Fausto Piano, il tecnico della Bonatti ucciso ieri in Libia dopo il rapimento dello scorso luglio, non parlano. Ma nella loro casa di via Carbonia, a Capoterra, continua anche in queste ore il via vai di parenti e amici.
E dalle testimonianze di chi è andato a fare visita alla moglie e ai figli di Piano - sempre poche battute prima di infilarsi nelle auto posteggiate sotto l'abitazione - spunta, accanto alla tristezza, anche la rabbia. C'è chi ringrazia ironicamente lo Stato.
E c'è chi, completa il pensiero: "Si poteva fare di più". I familiari stretti non parlano, continuano a soffrire in silenzio: mantengono il riserbo degli ultimi otto angoscianti mesi.
La notizia della liberazione dei due colleghi di Fausto?
"Non aggiunge dolore", dice ancora qualcuno che ha appena visitato la famiglia. Riferendosi probabilmente al clima di gioia nelle famiglie e nelle comunità che in queste ore invece stanno riabbracciando i propri cari. Tutta la comunità è vicina alla famiglia Piano.
La parrocchia sta organizzando una veglia di preghiera. Mentre il Comune ha proclamato la giornata di lutto cittadino. Anche il Consiglio comunale si fermerà un minuto per ricordare Fausto Piano.