PHOTO
Non si placano le polemiche all'indomani della morte di Vincenzo Curtale, il commerciante di 41 anni di Oristano stroncato dalla fatica sulla spiaggia di San Giovanni di Sinis dopo aver contribuito a salvare alcuni bagnanti che non riuscivano a tornare a riva a causa della forte risacca.
Quella di San Giovanni di Sinis, a ridosso delle rovine della città punico romana di Tharros, è una delle spiagge più belle e frequentate della costa occidentale ma quando il maestrale soffia forte, come ieri, diventa una delle più pericolose di tutta la Sardegna. Eppure non ha un servizio di salvamento a mare. Fino a qualche anno fa, quando la responsabilità era della Provincia di Oristano, la spiaggia di San Giovanni era nell'elenco di quelle presidiate dai bagnini.
"Con i bagnini in spiaggia, Vincenzo non sarebbe morto perché non avrebbe avuto bisogno di fare l'eroe", è la principale accusa nei commenti postati a centinaia tra ieri e oggi sui social e sui siti dei quotidiani che hanno raccontato la tragedia. Nel mirino il sindaco di Cabras, Cristiano Carrus, che però non ci sta a prendersi la responsabilità di quanto è successo.
"Con trenta chilometri di spiaggia e con i bilanci ridotti all'osso non abbiamo alcuna possibilità di garantire il servizio di salvamento a mare", ha spiegato stamattina.
Come lui, dunque tanti sindaci dei Comuni costieri oristanesi non sono potuti andare oltre la sistemazione dei cartelli obbligatori di segnalazione della pericolosità della spiaggia in assenza del servizio di salvamento.