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Lunedì 2 maggio è arrivato l’annuncio: “ Stiamo organizzando un nuovo fermo dei camion in tutta la Regione”. Oggi si è tenuta la riunione nel solito punto di ritrovo, Tramatza, per discutere i nuovi passi da compiere per raggiungere ascolto e merito da parte della Regione e della committenza.
Abbiamo intervistato Franco Funedda, uno degli autotrasportatori presenti, per chiedergli cosa sta davvero accadendo, per capire il pensiero degli autotrasportatori e le decisioni che hanno preso in merito alla proclamazione del nuovo sciopero. Ci sarà un nuovo blocco? Qual è la causa del malcontento? I cittadini devono fare delle scorte come annunciato?
Signor Funedda torniamo un attimo indietro: voi il 14 marzo 2022 avete iniziato il fermo del trasporto in Sardegna per concluderlo esattamente 7 giorni dopo. Che cosa è cambiato da allora?
“Il primo fermo è nato per svegliare le committenti e la Regione, ma non ci siamo riusciti del tutto. Inoltre, abbiamo creato ASR (Autotrasportatori Sardi Riuniti) una nuova associazione, formata da lavoratori, nata per dare supporto a quelle aziende che incontrano molte difficoltà come l’adeguamento del prezzo del trasporto al costo carburante; anche se già ampiamente previsto dalla legge non viene rispettato dalla committenza. L’associazione servirà sopratutto per unire le voci e parlare all’unisono, vogliamo lavorare meglio e garantire il giusto supporto a tutti i colleghi.”
Cosa è avvenuto con le istituzioni?
“Dopo il fermo sono arrivate le promesse e le buone intenzioni, ma oltre non abbiamo visto nessun risultato concreto. Lunedì, nonostante l’inizio dell’importante stagione lavorativa, abbiamo proclamato un nuovo blocco e la Regione è riapparsa sostenendo che in realtà il tavolo dei trasporti è stato costituito. Noi, a dir la verità, vediamo solo un tavolino traballante. Solo un mese fa li contattai per messaggio senza ottenere nessuna risposta.”
E da questo è arrivata la decisioni di fermarvi nuovamente?
“Si, ora vogliamo vedere dei fatti come consultazioni, contrattazioni, contestazioni e per tutto questo abbiamo la necessità di poter trattare con gli organi competenti”
Cosa accadrà se i vostri interlocutori non prenderanno in seria considerazione le vostre problematiche?
“Se non dovessimo ricevere ascolto e aiuti ci fermeremo. È inevitabile. Il prezzo del gasolio oscilla tra 1,85 e 1,95 euro, non abbiamo visto grossi cambiamenti sui nostri conti finali.”
Con aiuti intende i ristori richiesti in Regione?
“Esatto, i nostri colleghi siciliani sono stati ascoltati e supportati. Noi non abbiamo ricevuto nulla. Non stiamo chiedendo grandi cifre, basterebbe che ci mettessero la volontà. Anche rendere facilmente percorribili le strade che attraversiamo ogni giorno sarebbe un aiuto importante, non solo per noi ma per tutta la collettività.”
Quindi lo scioperò si farà?
“Lo sciopero si farà se entro pochissime settimane non vedremo un riscontro concreto alle nostre richieste che presto presenteremo in Regione.”