Quel che hanno organizzato i trasportatori sardi in cinque giorni è una protesta dalla grande portata. Sono riusciti a mettersi d’accordo nonostante la differenza nei lavori svolti, l’esperienza, le diverse mentalità. A unirli un unico particolare: il loro malcontento.

Abbattuti dalla situazione hanno deciso di dire basta. Alcuni manifesteranno, altri manterranno il proprio mezzo spento in deposito impedendo inevitabilmente lo scarico delle merci nelle aziende. Una decisione sofferta ma come più volte da loro detto “inevitabile”.

Sono mossi da quel che definiscono Orgoglio Sardo perché non vogliono lottare solo per se stessi, ma anche per tutto il popolo che si ritrova, giorno dopo giorno, a subire il rincaro dei prezzi. Hanno deciso di interrompere la catena più importante della distribuzione e, attraverso essa, attirare l’attenzione dei politici. Ci racconta i particolari dell'incontro Franco Funedda. 

Oggi è stato scritto che lo sciopero sarebbe stato annullato a causa del mancato termine dei 25 giorni di preavviso, confermate ugualmente il vostro blocco?

A noi non hanno dato alcun veto. Noi abbiamo il diritto di fermare le nostre aziende a fronte di gravi problematiche. Quando abbiamo preso questa decisione, abbiamo chiesto alle questure il permesso di manifestare in precisi luoghi. Permesso che ci è stato concesso.”

Quali saranno le dinamiche dello stop?

“Sarà uno sciopero assolutamente pacifico. Non faremo mancare i beni primari per nessuna ragione; non bloccheremo le strade; non interferiremo in modo violento con la vita dei cittadini. Vogliamo solo che le nostre problematiche siano osservate da chi potrebbe porre rimedio alla gravosa situazione”

Cosa vuole dire ai cittadini sardi?

“Tutti noi siamo per il popolo. Portiamo con orgoglio la nostra bandiera e questo non significa sfoggiarla alle manifestazioni. Significa essere uniti, sostenerci e aiutarci gli uni con gli altri. Oggi abbiamo definitivamente organizzato i sit-in, con la grande partecipazione di grosse aziende del settore. Siamo contenti perché siamo uniti e compatti per ottenere quel che da troppo tempo ci spetta.”